Messina. E’ stato sottoscritto stamani a palazzo Zanca, il verbale di trasferimento del dipinto di Enotrio, raffigurante Vann’Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (Ragusa 1891-Messina 1960), il poeta e professore di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina, di cui ricorre il cinquantenario della morte. L’opera pittorica da domani, venerdì 29, sarà posta alla direzione del 16° Istituto comprensivo, Villa Lina- Ritiro Vann’Antò e la consegna ufficiale del sindaco on. Giuseppe Buzzanca e dell’assessore alle politiche scolastiche, Salvatore Magazzù, sarà fatta alle ore 9.30, nel plesso scolastico di Giostra, nel corso della manifestazione, “Conversazioni letterarie: incontriamo Vann’antò” promosso quale omaggio ad uno tra i massimi esponenti della poesia siciliana del Novecento. Il quadro fu acquistato dal Comune nel luglio 2007, destinandolo alla scuola Vann’Antò, per onorare il letterato che a Messina fu anche insegnante al Ginnasio, preside di scuola media e docente all’Ateneo. Vann’Antò, nato a Ragusa nel 1891 e morto a Messina nel 1960, fu studioso di dialetti e di folclore siciliano e prese parte alla Prima guerra mondiale. Nel 1915 fondò, assieme a Guglielmo Jannelli e Luciano Nicastro, il periodico messinese «La Balza futurista», che si rifaceva al movimento futurista di Marinetti. Dal 1919 si dedicò all’insegnamento, sino alla docenza di Storia delle tradizioni popolari all’Università di Messina. Nella città dello Stretto fu protagonista della cultura militante nel ventesimo secolo, con le attività che si svilupparono attorno alle librerie Principato, Ferrara, D’Anna, Ospe. Dal 1947, la libreria dell’O.s.p.e. di Antonio Saitta, fu il punto d’incontro degli intellettuali, e attraverso il gruppo del “Fondaco”, e dell’Accademia della Scocca, Vann’Antò animò l’attività insieme a Salvatore Pugliatti, Salvatore Quasimodo, Giorgio La Pira, ed artisti come Peppino Vanadia, Schmiedt, Bonfiglio, Romano, i fratelli Zona, Francato, Corsini, Bonini. La sua prima raccolta delle poesie in lingua, Il Fante alto da terra, del 1932, è connessa alla sua esperienza militare; seguì La Madonna nera, del 1955. Tra i volumi in dialetto: Voluntas tua, Roma 1926; U vascidduzzu, Messina 1956; ‘A pici, Ragusa 1958. Fatta eccezione per i versi tratti dal poemetto Mmiernu e primavera, tradotti da Pierpaolo Pasolini, le altre poesie sono volte in italiano dall’autore. L’appuntamento di domattina, voluto dalla dirigente scolastica, Giovanna De Francesco, approfondirà l’impegno letterario di Vann’antò, e culminerà con l’inaugurazione dell’anno scolastico 2010-2011 e del progetto “Orto in condotta”, nell’ambito del protocollo tra l’Associazione Raos e la protezione civile. Alle 11.30, la chiusura della giornata sarà affidata ad esecuzioni musicali e lettura di poesie all’insegna del tema “tutti insieme per crescere in melodiosa armonia”.