Catanzaro. Questa mattina nella città capoluogo di Regione l’avv. Domenico Neto, unitamente all’avv. Giuseppe Nardo, ha presentato una riserva congiunta di incidente probatorio (ai sensi dell’art. 360 4° comma cpp.) in merito ai 3 accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla DDA di Catanzaro a Roma e Reggio Calabria, rispettivamente sulla cornetta del posto
telefonico pubblico sequestrata in via Cardinale Portanova (accertamento che si sarebbe dovuto effettuare domani nella Capitale); sul tubo del lanciarazzi fatto rinvenire da una telefonata anonima davanti al Cedir e sull’automobile Chevrolet Matiz sequestrata ad Antonio Cortese.
Quest’ultimo, difeso dagli avvocati Neto e Nardo, è stato arrestato a Trieste, al confine con la Slovenia mentre faceva rientro in Italia dopo un lungo soggiorno in Romania, in quanto accusato dalle dichiarazioni del pentito Antonino Logiudice, boss dell’omonima cosca, di essere l’esperto di esplosivi e di armi per conto della cosca.
Contattato telefonicamente dai difensori il pm Salvatore Curcio della Procura di Catanzaro, quest’ultimo ha sospeso gli accertamenti tecnici e nei prossimi giorni formulerà richiesta di incidente probatorio al Gip di Catanzaro.
La scelta di richiedere l’incidente probatorio, da parte della difesa di Cortese, è dettata dalla delicatezza e dall’importanza degli accertamenti tecnici da eseguire. Grazie all’incidente probatorio, infatti, anche i difensori possono munirsi di un consulente, poiché l’accertamento avviene in contraddittorio tra pubblica accusa e difesa. Sarà in fatti il gip a nominare un perito del Tribunale, il ctu (consulente tecnico d’ufficio) che sarà incaricato di svolgere l’accertamento, cui assisteranno e potranno offrire il proprio contributo i periti di parte della difesa e dell’accusa.
Fabio Papalia