di David Crucitti
Reggio Calabria. La storia del torrente Calopinace è costellata di “spettacolari” incidenti stradali. La stessa storia si ripete quasi sempre secondo un copione simile. Un’auto che sbanda, una ringhiera spazzata via, e un volo giù dentro il torrente.
Qualche anno addietro un incidente automobilistico dalle modalità da film di azione, ha lasciato impietriti tutti coloro che hanno assistito alla scena, i soccorritori e tutte quelle persone che già dalle prime luci del mattino transitavano sulle bretelle del torrente Calopinace. La dinamica è semplice, un automobilista perde il controllo del mezzo attraversando il Ponte di S. Anna che si erge proprio sulle bretelle, divelle la ringhiera di protezione del ponte, e dopo un volo di circa quindici metri termina la sua corsa atterrando sulla carreggiata nord del torrente Calopinace. Poteva essere una tragedia, ma la sorte ha voluto diversamente, la vita del conducente, almeno in quella circostanza, è stata salvata anche perché in quel momento nessun mezzo percorreva la bretella coinvolta nell’incidente. Terminate le operazioni di soccorso del malcapitato automobilista e liberata la frequentatissima bretella dall’automobile semi distrutta, si è provveduto alla “provvisoria” messa in sicurezza della ringhiera del ponte divelta nello scontro. Sono state sistemate due transenne con tanto di nastro segnaletico, la premessa è buona, da lì a poco l’intervento sulla ringhiera divelta sarebbe stato risolutivo; ma niente, gli anni passano e le due transenne continuano a svolgere un compito che non gli appartiene.
Un altro aspetto da non sottovalutare, è che in quel punto il passaggio pedonale è continuo, il Ponte di S.Anna è uno dei principali collegamenti tra la zona sud della città e il centro storico. La “soluzione transenne” è stata utilizzata anche in altri punti delle bretelle Calopinace, strada questa che ha visto spettacolari incidenti nell’arco degli anni, altre ringhiere divelte e voli di automobili fin dentro il torrente, morti e feriti. Non è la prima volta che si sottolinea questo pericolo, già in passato il problema è stato sollevato ripetutamente. La storia insegna, o almeno dovrebbe farlo. Nel frattempo sono cambiati i volti e i nomi degli amministratori pubblici, ma le transenne “provvisorie” stanno ancora lì, questa però è un’altra storia.
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