I particolari dell’arresto di Francesco Zindato ad opera di Squadra Mobile e servizi segreti, arrestato un favoreggiatore

Reggio Calabria. Questo pomeriggio la Squadra Mobile, diretta dal primo dirigente Renato Cortese, ha tratto in arresto il latitante Francesco Zindato, reggino di 33 anni, residente in via Ciccarello nr. 22/C., colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere (O.C.C.C. nr. 259/2006 R.G.N.R. D.D.A, nr. 5792/2009 R.G. G.I.P. e nr. 119/2009 R.O.C.C.). Zindato era latitante dal 29 ottobre 2010, allorquando si era sottratto all’esecuzione delle ordinanze emesse nell’ambito della così detta operazione Alta Tensione. L’uomo deve rispondere di associazione per delinquere di tipo mafioso, in quanto elemento verticistico della cosca Zindato-Borghetto-Caridi, federata al cartello Libri, estorsione, danneggiamento e dell’omicidio di Giuseppe Lauteta, commesso nel gennaio del 2006 a Reggio Calabria.
In particolare alle 2 del pomeriggio circa personale della Squadra Mobile ha fatto irruzione in un appartamento sito al piano terra di Traversa III Genovese, nel quartiere di Arangea, dove ha rintracciato la compagna del ricercato, Nicolina Zumbo di 27 anni. Dopo qualche minuto, è stata notata sopraggiungere una moto di grossa cilindrata con a bordo due individui che, alla vista degli agenti, hanno abbandonato il mezzo a due ruote e si sono dileguati nelle vie limitrofe. Immediatamente sono state estese le ricerche a tutti i palazzi presenti nella zona e, al termine di una irruzione effettuata in uno stabile di via Traversa Quarta, è stato rintracciato ed arrestato il latitante che, al momento, si trovava nel vano scale assieme a Giovanni Pratesi, reggino di 38 anni, ivi residente, proprietario della moto abbandonata poco prima. Quest’ultimo è stato anch’egli arrestato per il reato di favoreggiamento personale aggravato da motivi di mafia. Nella circostanza sono stati denunciati in stato di libertà anche Nicolina Zumbo, e Demetrio Fanti, reggino di 32 anni, proprietario dell’appartamento dove si trovava la Zumbo, presente al momento dell’irruzione.
L’operazione è stata condotta in collaborazione con l’Aisi di Reggio Calabria, l’acronimo sotto cui si “cela” la sigla “Agenzia informazioni e sicurezza interna”, ossia i servizi segreti ex Sisde, il cui compito è di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili per difendere la sicurezza interna della Repubblica e le istituzioni democratiche da ogni minaccia, da ogni attività eversiva e da ogni forma di aggressione criminale o terroristica.

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