Locri (Reggio Calabria). Nel corso dell’udienza del processo sulla faida di San Luca, svoltasi oggi davanti alla Corte d’assise di Locri, l’attenzione è stata focalizzata sul tragico eccidio di Duisburg, consumatosi nella notte di Ferragosto del 2007. E’ stata l’occasione, quella odierna, per prendere visione delle immagini registrate delle telecamere sistemate nei pressi del ristorante “Da Bruno”, luogo della strage in cui a perdere la vita furono sei persone, considerate legate al clan Pelle-Vottari. A sparare, secondo la tesi sostenuta dagli inquirenti, furono i sicari della cosca Nirta-Strangio. Tra essi Giovanni Strangio, accusato di essere stato colui che pianificò la vendetta. In aula erano presenti anche Sergio Carrato e Martino Jerian, professionisti incaricati dai magistrati della Corte di esprimersi su alcuni punti specifici utili ai fini dell’individuazione delle responsabilità. I due periti hanno riferito dell’impossibilità di fornire dati certi alle domande formulate dai giudici, in particolar modo circa il modello e la targa dell’automobile che i sicari hanno usato per fuggire dalla scena del crimine. Difficoltà che i periti hanno motivato con la scarsa risoluzione delle riprese filmate e con la circostanza che l’autovettura, probabilmente un vecchio modello di Renault Clio, viaggiava con le luci accese dei fari antinebbia. La conclusione cui sono arrivati i due esperti, dunque, è che non ci sono dati certi che possano far ritenere con sicurezza che l’automobile sia quella utilizzata da Giovanni Strangio e posta sotto sequestro due mesi dopo l’eccidio.Tags: 'ndranghetacosca Nirta-Strangiocosca pelle-vottarifaida di San LucaGiovanni Strangiolocrimartin jerianreggio calabriarenaul cliosergio carratostrage di Duisburg
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more