Calendario venatorio sospeso. Libera Caccia contro Tavilla (Cpa): «Adesso è assente»

Adesso è “caccia” al colpevole. Nel bailamme scaturito dalla decisione del Tribunale amministrativo regionale, che ha sospeso il calendario venatorio, mentre si sollecita la Regione ad emanare al più presto un nuovo calendario, c’è anche il tempo per regolare i conti tra le stesse associazioni di cacciatori.
Quel “qualcuno” additato da Anlc è l’avv. Tavilla, responsabile della segreteria regionale di Caccia, Pesca e Ambiente. È a lui, pur non citandolo, che sono indirizzate le critiche di Francesco Felicetta, presidente regionale di Anlc, nel commentare la sospensione del calendario venatorio ad opera del Tar Calabria. Tavilla nei giorni dell’approvazione del calendario venatorio adesso sospeso aveva criticato le associazioni venatorie nazionali, che oggi si tolgono il sassolino dalla scarpa, «se non avesse sobillato la base – dicono – non saremmo passati agli annali della storia per quanto successo».

Fabio Papalia

Di seguito il testo integrale del comunicato stampa di Anlc:

La Segreteria Regionale dell’Associazione Nazionale Libera Caccia informa tutti i cacciatori, di certo ormai a conoscenza della pronuncia del Tar sulla sospensiva del calendario venatorio, che è già in atto l’attività per la rimodulazione di un nuovo calendario venatorio.
Nel frattempo invita i cacciatori calabresi a non praticare l’attività venatoria in modo illegale sino a nuova comunicazione ufficiale ed a desistere da clamorose quanto inutili iniziative di protesta in quanto, insieme alle associazioni venatorie Arcicaccia, Federcaccia, Italcaccia, Anuu, Enalcaccia ed alla classe politica, si sta adoperando affinché si possa al più presto ricominciare ad esercitare la caccia in assoluta tranquillità.
A tal proposito, si sottolinea che la Libera Caccia e le altre associazioni venatorie regionali citate, avevano provveduto già da dieci giorni a sollecitare l’Ufficio Caccia della Regione Calabria all’adozione di un nuovo calendario venatorio, nella consapevolezza che quanto in precedenza proposto, alla luce della nuova normativa di recepimento della direttiva europea (per la verità in quel momento appena emanata, mai applicata e che ha creato non poca confusione) poteva portare ad una sospensione dell’attività venatoria, come poi, in realtà è successo.
Qualcuno, nel momento della discussione del calendario venatorio, sollevò dubbi sull’operato delle associazioni venatorie nazionali riconosciute che, a suo giudizio, (si riportano testuali parole) «non hanno battuto ciglio ritenendo troppo rischioso proporre cose diverse lasciando sola in campo l’associazione Cpa a sostenere un calendario con migliori condizioni per i cacciatori e i lavoratori del settore. Per quanti si aspettavano di cacciare i tordi nella prima decade di febbraio un’amara delusione sia perché il bottaccio non può andare oltre il venti febbraio sia perché la manovrina di proroga si scontra con la difficoltà dei tempi tecnici».
Ed ancora: «non può lasciare spazio a previsioni positive soprattutto perché dai rappresentanti delle associazioni venatorie riconosciute, assenti gli ambientalisti, più che la difesa degli interessi del settore è venuta fuori soltanto la rassegnazione e la resa incondizionata ad un calendario che, se la politica non interverrà per tempo e in modo determinato, passerà agli annali della storia per i suoi aspetti limitativi e penalizzanti».
Se quel Qualcuno avesse dato retta alle associazioni venatorie riconosciute e non avesse sobillato la base in modo pretestuoso ed utilitaristico, oggi non saremmo a questo punto e non saremmo passati agli annali della storia per quanto successo.
Quel qualcuno adesso è assente, non scrive articoli e non è presente neanche negli incontri in cui si cerca di ricucire una situazione difficile e che espone in prima persona i Presidenti di Libera Caccia, Arcicaccia, Federcaccia, Italcaccia, Anuu, Enalcaccia.
La Libera Caccia, nella persona del suo Presidente Regionale, si espone volentieri ed accetta ogni tipo di confronto in quanto ha quale obiettivo primario il far si che tutti i cacciatori calabresi possono svolgere, nei periodi consentiti e con serenità, la propria passione.
A tal proposito, la Libera Caccia, insieme alle altre associazioni ed ai Presidenti degli ATC Calabresi, si è subito attivata per predisporre un Comunicato ufficiale indirizzato a tutti i cacciatori (e non solo) che si riporta nel seguito:
“Le Associazioni Venatorie ed i Presidenti degli Ambiti Territoriali di caccia della Calabria, preso atto dell’Ordinanza del Tar Calabria – Sez. II^ di Catanzaro, con la quale si dispone la sospensione del Calendario Venatorio, si sono immediatamente riuniti per discutere della problematica che, tra l’altro, potrebbe anche in modo involontario, creare contenziosi a discapito di cittadini cacciatori.
Per tale motivo e sino a nuova comunicazione, le Associazioni Venatorie ed i Presidenti degli ATC, invitano i propri associati a sospendere l’attività sino alla pubblicazione del nuovo calendario che la Regione dovrà al più presto emanare su invito dello stesso TAR che “ …sospende i provvedimenti impugnati al fine di consentire alla Regione un nuovo esercizio del potere amministrativo…”.
In verità già da tempo le Associazioni Venatorie della Calabria hanno sollecitato la Regione alla riformulazione del calendario avendo nel frattempo approfondito le problematiche e constatato la concreta possibilità di sospensione del calendario venatorio a suo tempo approvato.
La tempestività di adozione del nuovo provvedimento diventa preponderante anche alla luce del contenimento delle popolazioni di cinghiali che stanno provocando pesanti danni all’agricoltura che il rimborso economico, anche se consistente, non riesce a compensare e di consentire a tutti i cacciatori lo svolgimento dell’attività venatoria nella certezza e nel rispetto delle norme.”

Francesco Felicetta
Presidente Regionale Anlc

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