Reggio Calabria. Questa mattina il Consiglio Comunale della città di Reggio Calabria è saltato, ufficialmente per “mancanza di numero legale”. Fuori dall’aula consiliare è bagarre, però, sui reali motivi della riunione del civico consesso andata deserta. Il Pdl, infatti, si è rifiutato di entrare in aula perché Paolo Gatto, neo assessore, si è schierato col partito di Gianfranco Fini, e quindi, secondo il Pdl, l’assessore è da sollevare da ogni delega perché si sarebbe posto all’opposizione.
Diversa l’interpretazione del diretto interessato, che rilancia ed accusa: «Tutto questo nasce per evitare di discutere il caso Fallara e la crisi della scorsa estate – afferma Gatto – vedremo cosa accadrà al prossimo Consiglio che si terrà a metà novembre, chi entrerà in aula e chi no, staremo a vedere. Agli amici del Pdl, che sicuramente – ironizza – non mi faranno mancare il loro sostegno alle prossime elezioni, consiglio di fare meno polemica e più politica, anche perché – conclude Gatto – la città è messa molto male, più attenzione alle necessità del cittadino che a quelle dei singoli politici».
Antonino Nicolò, consigliere di maggioranza e capogruppo del Pdl smentisce categoricamente Gatto. «È stato solo un fatto politico la scelta di non partecipare al Consiglio comunale di questa mattina, la signora Fallara non ha nulla a che vedere con la decisione di non entrare in Consiglio, dopo la presa di posizione di Fini, il Pdl non può tollerare in giunta un componente di Fli».
L’opposizione presente al Consiglio comunale andato a “buca”, non fa sconti, e Nuccio Barillà afferma: «La clamorosa vicenda Fallara, al di là dei profili inquietanti che andranno approfonditi in sede giudiziaria, rappresenta la conferma, sul piano politico, di una concezione e di un uso privatistico della macchina burocratico-amministrativa. È lo specchio di un modo di concepire il potere caratteristico che ha contraddistinto il centro-destra e che contrasta con gli interessi pubblici. È una triste pagina istituzionale che bisogna chiudere in fretta per un auspicabile ritorno al futuro».
David Crucitti