Reggio Calabria. Reggio e il suo comprensorio hanno una grande ricchezza: un territorio che per naturale predisposizione favorisce la coltivazione della terra, l’allevamento, l’utilizzo delle risorse naturali tanto da poter permettere lo sviluppo del biologico su una scala molto più vasta di quella attuale. Quello del biologico è un mondo vasto e sempre più in crescita che nasce dell’esigenza del consumatore di acquistare alimenti di qualità, sani, genuini e freschi. In generale per biologico si considera tutto il sistema che, partendo dalla pratica agricola sia in armonia con la natura, la salvaguardia dell’acqua e della terra. Proprio in questo contesto, si inserisce la possibilità di una agricoltura biodinamica, tesa all’individuazione di sistemi sostenibili per una produzione agricola che rispetti l’ecosistema accrescendo, nello stesso tempo, la qualità dei prodotti. Preferiremmo avere sulle nostre tavole alimenti e bevande con gusto autentico, prodotti che abbiano una certificazione sicura e garantita privi di sostanze nocive. Inoltre anche l’ambiente ne trarrebbe beneficio, grazie all’utilizzo responsabile dell’energia e delle risorse naturali, con il rispetto degli equilibri ecologici locali e con la conservazione del paesaggio. Le aziende che praticano agricoltura e allevamento biologici devono essere adeguatamente supportate disincentivando, ad esempio, attraverso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza nei consumatori, l’approvvigionamento da allevamenti intensivi. Il settore biologico, se maggiormente sostenuto, creerebbe sviluppo e nuove opportunità per le comunità rurali con conseguente impulso economico per allevatori, agricoltori e distributori. Questo nuovo modo di fare la spesa contribuirebbe ad esaltare le tipicità del nostro territorio e nello stesso tempo, permetterebbe di espandere in maniera capillare le “filiere corte” (rapporto diretto fra produttore e consumatore), riducendo il numero di intermediari e consentendo anche l’abbattimento dei prezzi. La velocità dei ritmi quotidiani, la facile reperibilità dei prodotti in ogni stagione e l’abbattimento dei prezzi hanno, purtroppo, spinto sempre più il consumatore ad orientare i propri acquisti quasi esclusivamente nei canali della grande distribuzione con il conseguente allontanamento dalla terra. Per riavvicinare e diffondere tutto questo sistema del mangiar sano, renderlo facilmente accessibile e di largo consumo, non limitarlo esclusivamente a nicchie del settore, la futura Amministrazione deve privilegiare e sostenere il consumo di prodotti freschi e tipicamente locali con programmi che orientino ad un consumo consapevole e sostenibile e rendere la distribuzione dei prodotti bio continuata e permanente. Iniziative come i periodici mercatini con prodotti a km 0 e le convenientissime filiere corte non bastano per dare slancio a questo comparto. Sono necessarie, inoltre, apposite campagne informative con indicazione delle aziende che commerciano bio, luoghi e date dei mercati e delle fiere. E’ indispensabile la collaborazione fra famiglia, scuola e istituzioni con la consapevolezza che concepire il cibo anche in chiave culturale ci permetterà di recuperare sapori e saperi antichi, trasmettere conoscenze alle nuove generazioni e contrastare l’impoverimento culturale. Per ottenere ciò dovranno essere previsti percorsi di educazione alimentare rivolti a tutte le scuole(fattorie didattiche, orti botanici, conoscenza dei cibi) volti a contrastare modelli alimentari scorretti e a diffondere la cultura del bio anche come valore etico. Andrebbero, inoltre, promosse delle campagne mirate contro l’obesità infantile, incentrate sulla valorizzazione di una corretta dieta mediterranea basata sui prodotti della terra e l’informazione sui danni arrecati dai cosiddetti “cibi spazzatura”. Ciò dovrà prevedere la collaborazione delle famiglie, orientandole a una più attenta educazione alla salute ed alla sicurezza alimentare. La stessa ristorazione scolastica potrà beneficiare dell’utilizzo degli alimenti provenienti da agricoltura biologica. Il Comune infatti può “esigere” l’introduzione di alimenti certificati bio nella refezione scolastica attraverso l’imposizione alle aziende di ristorazione a somministrare cibi certificati (biomense) scegliendo, ad esempio, prodotti (polli e uova) da allevamento biologico, all’aperto o a terra e disincentivando, attraverso l’acquisizione di consapevolezza nei consumatori, l’approvvigionamento da allevamenti intensivi. Le stesse modalità potrebbero essere applicate anche alla ristorazione collettiva e commerciale attraverso la stipula di accordi promossi da Enti del comparto (Confagricoltura, Coldiretti, Camera di commercio) fra produttori diretti e ristoratori, albergatori, operatori commerciali. Abbiamo in mente una nuova idea di sviluppo per il Mercato coperto di Via Filippini, inteso come il Mercato ris-coperto: uno spazio nel centro Città presso il quale acquistare esclusivamente alimenti garantiti e provenienti dalle locali campagne oltre ai prodotti tipici. Analoghi spazi possono essere allestiti in altre zone strategiche della Città. E’ da un po’ di anni che i Sindaci delle maggiori città italiane hanno introdotto gli “orti cittadini”, ovvero piccoli appezzamenti di terreno comunale inutilizzato ad uso orto destinati alle famiglie e alle persone che ne fanno richiesta. Ciò sarebbe perfettamente realizzabile anche qui a Reggio, consentendo il riavvicinamento alla terra e alle produzioni locali e l’abbattimento della spesa per i generi alimentari, ottenendo cibi freschi e di qualità. La crisi incombe con aumenti dei costi che non corrispondono ad un relativo adeguamento degli stipendi al caro vita, i rifiuti diventano sempre più esosi e ingombranti con effetti per niente incoraggianti sull’inquinamento ambientale, e in molti si mettono a caccia di soluzioni per risparmiare facendo meno danni possibili alla salute, all’ambiente e al portafoglio. È stato così che in molte città sono sorti i distributori di latte alla spina che consentono di abbattere i costi di lavorazione, packaging, trasporto e promozione, di ridurre notevolmente sprechi, rifiuti e inquinamento e di fornire latte fresco, più economico e di qualità dalla mucca alla bottiglia. Inoltre, è a chilometri zero: il latte arriva direttamente dai produttori della zona senza passaggi intermedi, secondo il principio della filiera corta. Queste sono solo alcune idee concretamente realizzabili che, non solo favorirebbero nuove opportunità di sviluppo economico per il territorio reggino favorendo il ritorno delle nuove generazioni alle pratiche della terra, ma consentirebbero di riappropriarsi del giusto senso etico del cibo, biologico e di qualità, valorizzando saperi e sapori locali.
Comitato Promotore “Per Massimo Canale Sindaco di Reggio Calabria”