Reggio Calabria. Dovrà rispondere del reato di rapina aggravata e sequestro di persona, Marco Macrì, 27 anni, arrestato nella notte dai Carabinieri della Compagnia di Bianco. L’uomo, residente a Brancaleone, già sottoposto al regime degli arresti domiciliari per una rapina compiuta 4 anni fa a Brescia, è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Locri, Andrea Amadei, su richiesta del pm della Procura di Locri Rosanna Sgueglia. Macrì, secondo gli organi inquirenti, avrebbe rapinato in casa, la notte del 9 febbraio di quest’anno, un’anziana donna di 73 anni, Rosa Laganà, a Palizzi Marina, insieme ad altri due complici. I tre, col volto travisato, avrebbero imbavagliato l’anziana con degli stracci e poi l’avrebbero legata al letto con del nastro adesivo. Duecentocinquanta euro in contanti e alcuni vecchi gioielli di famiglia del valore di circa 750 euro: il “magro” bottino. Dopo aver perpetrato la rapina però, i malviventi hanno lasciato legata al letto la donna, che è stata tratta in salvo, dopo ben 4 ore, grazie all’intervento dei Carabinieri di Palizzi avvertiti dal vicino di casa della signora che, vedendo il vetro rotto di una finestra, ha deciso di richiedere l’aiuto degli uomini della Benemerita.
I Carabinieri sono riusciti a risalire all’identità di Marco Macrì dalle tracce ematiche lasciate sul vetro della finestra e su alcuni oggetti toccati durante la rapina. I rilievi, effettuati dagli specialisti del reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri, hanno permesso di appurare che il DNA rinvenuto era compatibile con quello dell’arrestato. I dettagli dell’indagine sono stati esposti in conferenza stampa, che si è tenuta questa mattina presso il Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri a Reggio Calabria, dal comandante del Reparto operativo, il tenente colonnello Carlo Pieroni, dal capitano Andrea Caputo, comandante della Compagnia di Bianco, nonché dal comandante del Nucleo operativo della Compagnia di Bianco, Francesco Suriano, e dal maresciallo capo, Giovanni Piccolo, comandante della Stazione di Palizzi.
«Questo grave fatto di cronaca evidenzia, ancora una volta, che i Carabinieri sono al servizio del cittadino – ha affermato il tenente colonnello Carlo Pieroni; di solito siamo “abituati” a fronteggiare reati relativi alla criminalità organizzata, ma, come in questo caso, riusciamo a reprimere crimini che vengono considerati “minori” e che in realtà comportano più problemi alla gente. Abbiamo parlato più volte del cosiddetto modello Reggio: ecco questo è un caso di applicazione di tale modello. Le indagini, sviluppate dalla Stazione di Palizzi e coordinate dalla Compagnia di Bianco, hanno coinvolto in toto tutte le articolazioni dell’Arma dei Carabinieri per risalire all’autore del fatto, ma le indagini non terminano qui, anzi, stiamo lavorando per rintracciare gli altri due soggetti coinvolti». «In questo tipo di attività abbiamo avuto anche la collaborazione della cittadinanza» ha sottolineato invece il capitano Caputo, comandante della Compagnia di Bianco. «La donna viveva da sola e se non avessimo ricevuto la segnalazione da parte della popolazione, le conseguenze sarebbero potute essere anche più gravi». Come è successo invece due anni fa – hanno ricordato gli investigatori -a Marina di Gioiosa Jonica, quando un’anziana, dopo essere stata rapinata, ha perso la vita poiché i malviventi l’hanno lasciata imbavagliata a casa. Il corpo fu rinvenuto dopo due giorni sempre dai Carabinieri. Due casi diversi questi, poiché la signora Laganà, dopo il brutto spavento di quel giorno di febbraio, non ha riportato conseguenze fisiche, ma anche due storie accomunate dalla cattiveria, dalla barbarie, di uomini che senza alcuno scrupolo, per pochi spiccioli, sono disposti a mettere a repentaglio la vita di gente anziana incapace di difendersi.
Angela Panzera