Reggio Calabria. Domani mattina, mercoledì 17 novembre, a Palazzo Tibi alle ore 9 si terrà la protesta degli operatori del settore psichiatrico che deriva sia dai ritardati pagamenti ( fermi a giugno 2010 ed i mesi precedenti sono stati saldati con una decurtazione, a dire dell’ASP momentanea, del 20% causa Piano di Rientro), che dal futuro incerto. Adesso l’ASP non vuole più pagare il saldo dei primi sei mesi pur avendo pagato l’acconto e non si sa nulla della fattura di luglio e neanche dell’acconto. E, per finire, da agosto in poi non ci vogliono pagare perché non esistiamo. Si comprende come, dopo ventidue anni che le cooperative del settore psichiatrico hanno risolto il problema della dismissione dell’OP di Reggio Calabria, non siano ancora legittimati a pieno titolo per l’intervento di riabilitazione psicosociale che svolgono. Una situazione preoccupante. Il rischio è che sull’altare del Piano di Rientro venga sacrificato un settore senza voce che non difende nessuno. Al di là dei livelli occupazionali che le associazioni e cooperative hanno innestato nella provincia di Reggio negli ultimi anni ( Rinascita ha 66 dipendenti, di cui oltre il 70% impiegati nel settore psichiatrico). Ci aspettiamo che nell’inverno dei diritti, termine che utilizza Mario Nasone per definire il periodo attuale, non si vada oltre, arrivando ad una nuova era glaciale che riporti Reggio agli anni ’70 dove il Manicomio di via Modena era la cattedrale della sofferenza e dell’emarginazione. Con la differenza che allora c’era la speranza, che portò alla nascita, oltre alla nostra, di esperienze bellissime che hanno ( Villa Falco, Casa Emmaus). Adesso c’è il rischio che si innesti un senso di sconfitta irreversibile che si può contrastare solo con la lotta e l’impegno.
Ad maiora
Mario Alberti – Rinascita onlus