Soriano Calabro (Vibo Valentia). “A Cumprunta”, l’incontro tra il Cristo risorto, la Madonna del Rosario e San Giovanni, che da secoli caratterizza i riti pasquali di Soriano, sbarca in Spagna. All’università di Valladolid. Per due giorni, al dipartimento di antropologia applicata di questo ateneo, la storia, le tradizioni, gli usi, i costumi, la fede e l’anima della cittadina calabrese, avvolta tra gli ulivi secolari alle pendici delle Serre vibonesi, si sono intrecciati con i temi congressuali di antropologia. Due giorni dedicati agli studi sulla Settimana Santa. Il convegno latinoamericano di religiosità popolare giunto alla seconda edizione ha registrato la presenza di prestigiosi studiosi provenienti da diverse parti d’Europa nonché dagli Usa e dall’Argentina. Si deve all’intuizione del prof. José Luis Alonso Ponga, direttore del dipartimento di antropologia dell’Università di Valladolid se «El congreso latinoamericano de religiosidad popular: la semana santa. Liturgia, musica y rito», è diventato il punto di riferimento per gli antropologi di tutti gli atenei del mondo. Nella civettuola aula magna dell’ateneo spagnolo si sono dati appuntamento tra gli altri: i proff.: Isidoro Moreno Navarro e Salvador Rodríguez Becerra dell’univ.di Siviglia, Luigi Maria Lombardi Satriani (unv. La sapienza, Roma), Luis Resines Ilorente ( Valladolid), Virgilio Elizondo e Jaime Lara (univ. Notre Dame Usa), Maria Elena Collado Sáncez (Madrid), Monica E. Montenegro (Bueno Aires), Javer Burrieza Sáncez (Valladolid), Patrizia Resta (univ. Foggia), e il dott. Martino Michele Battaglia (univ. Messina). Sorianese doc, Martino Battaglia ha relazionato su: Soriano Calabro: «Le magnifiche rovine›› e i riti della Pasqua (storia- arte – cultura) Lineamenti demo etno antropologici sulla settimana santa. Un intervento coinvolgente e per certi versi appassionato, quello di Battaglia, che si è snodato attraverso le evocazioni della celebrazione sacra, trasmettendo il battito della passione, senza sciuparne l’immediatezza e l’impetuosa fugacità: momento colto senza indugio, in pieno svolgimento, ancora caldo e vibrante, la cui migliore rappresentazione risiede nell’immagine in movimento delle tre fascinose statue di scuola serrese. In simbiosi con i portatori, animati da uno spirito non comune, il cui carattere intimo esprime la vitalità dello slancio religioso. Sfaccettature di una sana e genuina tradizione, gelosamente custodita dalla Confraternita di “Gesù e Maria del SS. Rosario”, che racchiude contenuti che destano curiosità ed emozioni e soprattutto rafforzano il dialogo tra culture e tradizioni diverse, coniugando d’emblé, l’anima misteriosa e affascinante della terra calabrese. Una terra che trova la sua identità in queste manifestazioni religiose che non hanno nome. Si chiamano semplicemente: Soriano Calabro.
Antonio Ligato