Seminara (Reggio Calabria). Un intreccio di carità e fede per vivere un’intensa giornata speciale. Da non dimenticare. Un sabato pomeriggio del penultimo mese del 2010, anno pastorale proclamato come «Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale». L’approccio di una realtà viva, iscritta nello spazio e nella quale la fede e la storia si sono incrociate a vicenda attraverso i secoli. Con questo spirito, centinaia di pellegrini appartenenti alla Caritas diocesana di Oppido-Palmi, si sono dati appuntamento a Seminara, per vivere insieme la grazia giubilare nella Basilica della Madonna dei Poveri. Un Santuario che già rende e ancor più potrà rendere in futuro, un prezioso servizio non soltanto alla pietà popolare, ma anche alla promozione di specifici percorsi di contemplazione ed evangelizzazione, nell’ambito del piano pastorale. Ma anche un’occasione speciale per avvicinarsi al patrimonio storico-artistico e conoscerlo meglio. Alla stregua di una storia che ci riporta dai luoghi alla vita delle società. Il lungo corteo prende l’avvio, sotto la pioggia, dal piazzale dell’ex stazione delle ferrovie della Calabria, scortato dai carabinieri del m.llo Carmine Ricci e dagli ausiliari del traffico, snodandosi per le vie cittadine al canto di inni dedicati alla Madonna ed allo Spirito Santo. Canti sentiti, significativi che suonano, come sottolinea qualcuno, da messaggio augurale affinché si possa vedere gli altri con gli occhi di Gesù, di amarli come Lui solo sa amarli e perdonarli nello stesso modo in cui Dio ogni giorno perdona tutti. Con l’auspicio altresì che lo Spirito Santo sprigioni sul viso l’ amore che si ha nel cuore per il cielo affinché, chiunque nel guardarsi senta che nel cuore batte all’unisono il cuore di Dio. Si giunge così davanti alla Basilica dove ad attendere il gruppo dei pellegrini, vi è il rettore don Gildo Albanese. Dopo il saluto del direttore della Caritas, diacono Cecè Alampi iniziano le preghiere e le suppliche alla Madonna bruna. In chiesa, ci si rende conto dell’approccio di una realtà viva, scandita dall’omelia di don Gildo. Solo dopo una sosta prolungata si può ripartire da questa Basilica avendo cambiato gli sguardi su Dio, sugli altri, su tutti i presenti: questa è la conversione del cuore.
Antonio Ligato