Reggio Calabria. Sulla base di quanto pronunciato nel corso di una conversazione intercorsa tra Giuseppe Pelle ed un uomo inviato da Domenico Oppedisano, intercettata nel contesto dell’operazione “Reale”, i membri del clan Pelle, di San Luca, erano nelle condizioni di influenzare l’esito delle prove d’ingresso anche alle Facoltà di Medicina delle Università di Catanzaro e Messina, oltre che della Facoltà di Architettura dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria. Giuseppe Pelle è considerato il boss dell’omonima cosca e Domenico Oppedisano, secondo quanto emerso nel corso delle indagini che sono sfociate a luglio nell’operazione “il Crimine”, condotta congiuntamente dalle Direzione distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria, è colui che occupa il ruolo apicale della cupola della ‘ndrangheta. I dettagli relativi alla capacità di infiltrazione negli atenei in questione sono emersi grazie alla risposta fornita da Giuseppe Pelle alla persona inviata da Oppedisano ed il cui figlio era in procinto di iscriversi all’università. Pelle gli spiegò che avrebbe potuto optare indifferentemente per Catanzaro o Messina, perché uguale era la capacità di condizionamento delle prove di accesso nell’uno e nell’altro ateneo. Nel frattempo sono stati tutti interrogati gli undici soggetti che sono formalmente iscritti nel registro degli indagati nel contesto dell’operazione odierna. Alcuni tra i dipendenti, i professori e gli studenti coinvolti nell’inchiesta hanno preferito tacere ed avvalersi della facoltà di non rispondere.
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