Palermo. Costretta a prostituirsi per 10 anni, fa arrestare lo sfruttatore

Palermo. È stata la vittima, una donna 30enne nata in Nigeria che ha trovato la forza di recarsi presso la Stazione Carabinieri di Partanna Mondello dove ha raccontato ai militari la sua storia.
Era giunta in Italia, proveniente dalla Nigeria alla fine del mese di agosto del 1999, quando una sua lontana parente all’epoca dei fatti 40enne, che si trovava già da tempo a Palermo era venuta a conoscenza che la giovane aveva perduto i genitori proponendole di raggiungerla in Italia dove avrebbe lavorato per lei come parrucchiera, professione che svolgeva già in patria. Ricordava perfettamente quel 22 agosto del 1999 quando all’alba era salita su di un pullman che dopo quattro ore l’aveva portata in Ghana dove aveva preso un aereo per Milano, una volta arrivata nel capoluogo lombardo al termine di un lungo viaggio in treno, era arrivata all’alba del giorno successivo a Palermo.
Quel giorno doveva essere l’inizio di una nuova vita ma giunta nell’appartamento della cugina in zona centro storico, aveva capito che ad aspettarla non c’era nessun negozio di parrucchiere e che per mantenersi in Italia, e per pagare le spese di viaggio che la parente aveva anticipato, avrebbe dovuto prostituirsi. Si era opposta con forza a tutto ciò, aveva detto alla cugina che non si sarebbe mai prostituita, ma era in trappola, se non avesse accettato le condizioni i suoi fratelli e suo figlio di soli tre anni sarebbero stati uccisi.
Per qualche tempo, giacché la cugina aveva da poco partorito, aveva fatto da baby sitter rimanendo in casa, ma nel momento in cui non era più servita come balia era stata sbattuta sulla strada. Ogni sera andava in zona via Roma, ma con scarsi risultati, infatti, non faceva altro che piangere e quelle lacrime non facevano altro che fare scappare i clienti, al massimo riusciva a stare con due o tre uomini, la tariffa era di 20.000 lire in strada e di 40.000 se il rapporto si fosse consumato in un appartamento nella disponibilità della cugina sempre nel centro storico, in tutti i casi, i soldi andavano a quest’ultima che, rientrando a casa costringeva la ragazza a spogliarsi per potere controllare ed essere certa che le avesse consegnato tutto il danaro, picchiandola nel caso non fosse stata soddisfatta di quanto guadagnato.
Durante quel periodo aveva conosciuto un cliente, un ragazzo palermitano di poco più grande che era stato con lei diverse volte dicendole che gli piaceva molto.
Dopo qualche tempo le aveva proposto di scappare con lui in un posto lontano, dove non li avrebbero trovati, ma lei temendo per i congiunti in Nigeria non aveva accettato. Un giorno purtroppo la cugina aveva scoperto che la ragazza aveva mandato dei soldi ai fratelli in Africa, questo aveva scatenato l’ira dell’aguzzina e del marito che l’avevano picchiata selvaggiamente infierendo nonostante la giovane fosse caduta a terra.
Dopo qualche giorno aveva deciso di fuggire con lui, una mattina approfittando di un momento in cui era sola, era scappata di corsa alla Stazione dove avevano preso il primo treno per Pisa dove c’era una sua amica che l’avrebbe ospitata.
Credeva di aver trovato finalmente un po’ di pace, per qualche tempo lei era stata ospite a casa dell’amica mentre lui era andato a vivere in una stanza in affitto, poco dopo si erano trasferiti in un appartamento in affitto, ma i problemi erano proprio lì, dietro l’angolo, dopo circa tre mesi che vivevano insieme aveva scoperto che il ragazzo che faceva dei lavoretti saltuari non aveva voglia di lavorare e, dopo aver cambiato diverse occupazioni le aveva proposto di prostituirsi.
Non ci poteva credere, si sentiva male, era stata tradita per l’ennesima volta, l’uomo che l’aveva fatta fuggire le proponeva lo stesso lavoro dal quale ero scappata. Dopo qualche tempo era stata costretta a cedere, lui ogni giorno tra le 10.00 e le 16.00, per sette giorni a settimana, l’accompagnava in una nota zona dove vi erano diversi boschi ed altre prostitute, riceveva molti clienti, dai dieci ai venti, guadagnando circa 400 € al giorno, durante l’orario di lavoro le portava da mangiare o i preservativi quando finivano.
Ogni mese doveva pagare 250 € a una delle donne che si prostituivano perché doveva pagare “l’affitto” del luogo dove si prostituiva.
I primi tempi il fidanzato era molto dolce e gentile ma dopo un po’ aveva cominciato a diventare più attaccato al denaro chiedendole di lavorare di più e in qualche occasione controllando il tempo che s’intratteneva con i clienti.
Le diceva che poteva stare con i clienti solo per un tempo previsto e che si sarebbe potuta intrattenere di più solo se questi avessero pagato di più, qualche volta l’aveva raggiunta nel bosco facendo scappare o minacciando i clienti, altre volte la rincorreva per picchiarla, per punirla per il troppo tempo perso, anche altre prostitute le avevano chiesto il motivo per cui stesse con lui consigliandole di lasciarlo.
Il suo compagno non faceva altro che sperperare tra auto, moto e vestiti costosi il denaro che lei guadagnava, mentre lei era costretta a vestire in maniera molto modesta.
Aveva condotto questa vita per sei lunghi anni durante i quali aveva avuto quattro aborti, nonostante volesse portare le gravidanze a termine, lui la costringeva ad abortire dicendole che altrimenti non avrebbe più potuto lavorare.
Nel 2006 non riuscendo a continuare in quel “lavoro” era riuscita a convincerlo a metterla in regola con il permesso soggiorno facendole avere una licenza per vendere abbigliamento.
Era cominciata la nuova vita, avevano comprato un furgone e vendevano come ambulanti abbigliamento e scarpe presso i mercati, l’attività era andata avanti per circa un anno ma a causa delle continue spese sostenute dal compagno avevano dovuto chiudere l’attività.
Così era stata riportata sullo stesso marciapiede, sempre con le stesse modalità, denaro e clienti, poi visto che i guadagni non erano abbastanza soddisfacenti, lui aveva deciso di tornare a Palermo.
Avevano affittato una casa nel centro storico, dalle 22.00 alle 02.00 si prostituiva in zona “Cala”, e dove lo scorso dicembre era stata rapinata da un cliente e l’unica preoccupazione del suo uomo era stata per il denaro perso.
Sono stati i Carabinieri della Stazione di Partanna Mondello che al termine di una serie di accertamenti che hanno confermato quanto dichiarato dalla donna, avendone prova anche attraverso la testimonianza di altre prostitute, hanno tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal Tribunale di Palermo, C.D, palermitano 33enne con l’accusa di reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione.
L’uomo che era irreperibile è stato fermato dalla pattuglia mentre a bordo della sua autovettura transitava in questa via Lincoln, dopo un breve inseguimento, nel traffico è stato bloccato e tratto in arresto. L’uomo è stato condotto presso la sua abitazione sottoposto alla misura cautelare in regime degli arresti domiciliari.

Exit mobile version