Reggio Calabria. Seguiamo, con attenzione e molta preoccupazione dal giorno del commissariamento, regionale e poi provinciale, l’azione ed il percorso politico intrapreso dal Partito Democratico in Calabria, nella provincia e nella città di Reggio Calabria. Lo abbiamo sempre fatto, da semplici iscritti, da dirigenti del Circolo al quale siamo iscritti (Italo Falcomatà di Reggio Calabria) e poi da dirigenti provinciali (componenti, tra l’altro, della Direzione Provinciale) democraticamente eletti con le Primarie del 25 gennaio 2009, nelle quali abbiamo riportato un risultato straordinario sia personale che di partito che è stato la dimostrazione di come quelle primarie, dopo due anni di immobilismo, siano state lo strumento adatto a riaprire il rapporto con l’opinione pubblica, ad instaurare scelte sempre più condivise con essa, con chi non ha tessere in tasca e non frequenta i luoghi dei partiti. Il PD in quell’occasione ha dato dimostrazione della sua voglia di ripartire dal territorio, ripartire dal territorio per farlo diventare protagonista, esempio di ciò sono state le numerose iniziative politiche intraprese sin da subito, alcune delle quali importanti come quelle per far rientrare Reggio tra le “città metropolitane” nonostante il Senato della Repubblica l’avesse già esclusa, sui Bronzi di Riace pronti ad essere trasportati altrove per il restauro (col rischio della non restituzione), per la modifica della legge elettorale, ecc. – tutto ciò in poco tempo. Un percorso interrotto, però, nella nostra Provincia dal Commissariamento subito dal Segretario avvocato Giuseppe Strangio, al quale non sono bastate 18.000 persone a garantire la loro scelta. E’ nota a tutti la grave crisi economica e d’immagine che attraversa il nostro Paese, l’Italia; è sotto gli occhi di tutti i cittadini la difficoltà di gestione che incontra l’attuale Amministrazione di Reggio Calabria. Di tutto questo in Calabria e a Reggio il PD ha qualcosa da dire? Conosciamo gli appuntamenti elettorali che si stanno approssimando, dalle elezioni politiche a quelle amministrative, ed in questo contesto leggere di una convocazione di una interpartitica da parte del Commissario De Maria (nominato ormai da tempo), che non ha sentito l’esigenza nemmeno lontanamente di convocare la Direzione Provinciale sinceramente ci preoccupa. Non tanto perché magari possiamo pensare di essere stati commissariati (?) anche noi (ad oggi non lo sappiamo) ma piuttosto perché questo modo di agire confermerebbe che il Partito Democratico che sta nella testa del senatore Musi è un partito i cui dirigenti (nominati e non eletti) disconoscono le regole: a questo punto nasce spontanea la domanda “quanti di loro conoscono lo Statuto del PD?”. Noi crediamo che una formazione politica diventa forte se ha dentro di sé sentimento e passioni, se sa diventare essa stessa passione organizzata. Organizzata come? Con un progetto e con delle regole: regole capaci di dare corpo a “una crescente garanzia di diritti e responsabilità degli iscritti”: perché un partito non è nient’altro che l’insieme delle donne e degli uomini che lo abitano e la convivenza ha bisogno di certezze. In considerazione di ciò, noi, con grande rammarico, siamo convinti di affermare che in questo momento il Partito Democratico della provincia e della città di Reggio Calabria sta da tutt’altra parte. Pertanto, facciamo richiesta al Commissario De Maria di un’immediata convocazione della Direzione Provinciale del partito, sicuri di interpretare la volontà della stragrande maggioranza dei componenti .
Franca Milazzo (Direzione provinciale PD – Reggio Calabria)
Aldo Azzarello (Direzione provinciale PD – Reggio Calabria)