Capaci (Palermo). Ammanco alle Poste con decine di vittime, soprattutto anziani. L’ammontare del «buco» non è stato ancora definito. Ci stanno lavorando i Carabinieri della Stazione di Capaci coordinati dal Dott. Agnello e dal Procuratore Aggiunto Dott. Agueci.
Una vicenda venuta alla luce qualche settimana fa e che ha consentito di smascherare un impiegato che approfittava dei malcapitati clienti per sottrargli indebitamente somme di denaro. Ad alleggerire i conti dei clienti è stato un dipendente dell’agenzia delle Poste. Si tratta di un impiegato addetto allo sportello. L’uomo è indagato per furto aggravato, circonvenzione di incapace, falso materiale commesso da incaricato di pubblico servizio, peculato, che è il reato che si contesta ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio che si appropria del denaro che si trova a maneggiare per ragioni del suo ufficio ed inoltre per detenzione di banconote false.
L’ammanco è venuto a galla quasi per caso. E’ stata una risparmiatrice a mettere la pulce nell’orecchio. Era andata alle Poste per riscuotere i buoni fruttiferi. Considerato che di questo tipo di prodotti ne aveva sottoscritti anche altri, si è insospettita quando ha notato che gli interessi erano inferiori ai buoni incassati in precedenza. I dubbi dell’attenta risparmiatrice hanno permesso di portare a galla un sistema truffaldino che avrebbe consentito all’impiegato di lucrare sugli interessi.
Di fatto, il dipendente avrebbe trattenuto per se una parte dei guadagni riconosciuti sui buoni fruttiferi postali che hanno una durata massima di 18 mesi e garantiscono un rendimento fisso che cresce nel tempo. Dopo la prima segnalazione sono cominciate le verifiche.
I Carabinieri hanno avviato un attività di video sorveglianza che ha portato a scoprire che l’impiegato infedele a fine giornata lavorativa, dopo aver effettuato la chiusura della cassa, nascondeva somme di denaro per poi conservarle nel proprio portafogli. Ieri l’episodio conclusivo che ha consentito di trarre in arresto in flagranza di reato (la cui convalida è giunta questa mattina), Francesco Consiglio, impiegato 50enne di Capaci, fino ad allora insospettabile dipendente, che da anni lavorava presso il locale ufficio postale.
Un anziana signora si era recata presso l’ufficio postale per incassare 6 buoni fruttiferi del valore di mille euro l’uno, che con gli interessi maturati nel tempo avrebbero portato alla signora un guadagno di 3.373 euro, l’anziana avrebbe chiesto all’impiegato di emettere un nuovo buono fruttifero del valore di 3.000 euro e di prelevare i restanti contanti. Ma l’impiegato, anziché restituire alla donna la somma prevista, ha consegnato a quest’ultima soltanto 273 euro, trattenendo dall’importo dovuto la somma di 100 euro. A quel punto i militari dopo aver atteso la chiusura della cassa per accertare che non si trattasse solamente di una svista, ed aver appurato che effettivamente i soldi avanzati sono stati trattenuti dallo stesso che li nascondeva nel suo portafogli, sono intervenuti facendo irruzione nell’ufficio postale e dichiarando il Consiglio in arresto. A seguito della perquisizione è stata rinvenuta anche una banconota da 100 euro palesemente falsa e ben nascosti sotto la sua postazione tutta una serie di documenti, codici segreti, ricevute, libretti postali di clienti per lo più anziani che fanno presupporre a prima vista, in attesa di ulteriori approfondimenti investigativi, altre attività illecite poste in essere dall’impiegato.
Inoltre sempre dalle riprese video, i Carabinieri hanno avuto modo di verificare che l’impiegato compilava e firmava, falsificando l’intero atto, moduli di prelevamento da libretti di conto corrente.
Il modus operandi portato allo scoperto era il seguente: l’operatore si procurava tutti i dati necessari per effettuare il prelievo dal conto corrente del malcapitato, quindi compilava i moduli di prelievo apponendovi egli stesso una firma falsa. In sostanza, quindi, prelevava delle somme facendo figurare che le somme stesse erano state prelevate allo sportello dal titolare del deposito.
Nell’ambito della stessa operazione, i Carabinieri, con la preziosa collaborazione della Direzione delle Poste Italiane, hanno accertato che il medesimo dipendente è responsabile anche di altri reati commessi all’interno dell’ufficio postale ed ai danni di Poste Italiane, reati la cui commissione è emersa in sede di attività ispettiva svolta dai funzionari di Poste. Infatti risulta che l’operatore tratto in arresto si sia altresì impossessato di ingenti somme di danaro in carico all’ufficio postale, consumando quindi anche il reato di peculato. Le indagini proseguono per accertare se vi sono altri correntisti truffati.
Al momento è difficile quantificare con precisione il totale dell’ammanco. Man mano, però, che i carabinieri raccolgono le denunce dei risparmiatori che si sono ritrovati il deposito «alleggerito», si cominciano ad avere dati più certi che fanno aggirare il «buco» intorno a diverse decine di migliaia di euro. La trattenuta operata dal dipendente sugli interessi era compresa fra il 10 e il 20 per cento. Le indagini dovranno chiarire pure a partire da quando l’impiegato avrebbe effettuato le «trattenute» sugli interessi.
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