Messina. Il Tocco dell’Angelo, opera di Mariella Marini, è l’istallazione già collocata nell’atrio di Palazzo Zanca che fa parte delle complessive dodici realizzazioni che sono state poste in altrettanti siti della città e che domani 8 dicembre potranno essere ammirate sino al 6 gennaio per Street Angels, mostra di arte contemporanea promossa dal Comune di Messina e voluta dal sindaco on. Giuseppe Buzzanca, nell’ambito del Natale degli Angeli, manifestazione coordinata dall’assessore all’arredo urbano, Elvira Amata. Queste le opere viste dagli autori: A Palazzo Zanca, Mariella Marini. Gli angeli non sono distanti da noi, sono vicini, in un mondo che non è quello terreno. Li puoi udire e vedere solo con occhi e orecchie diverse in un spazio animico interiore. E così sentire… il tocco dell’Angelo. L’installazione raffigura il volo dell’uomo verso un mondo dell’anima dove incontra “gli invisibili amici” che lo accompagnano alla meta finale in uno sfarfallio di ali. L’installazione si compone di una grande coppia di ali dipinte con colori pastello, un’altra grande coppia di ali è stata dipinta nei toni del blu e una terza nei toni del blu e del viola con applicazione di foglia oro, altre due più piccole sono state dipinte una con colore nero e foglia oro, l’ultima è stata dipinta di rosso. In mezzo una sagoma umana colorata. Antonio Bonanno Conti, a Villa Mazzini, propone Angelo trino. Su una struttura leggera il racconto di una figura che ci accompagna dall’infanzia fino a quando ognuno di noi non decida di dimenticarsene. Figura evanescente, dai contorni sbiaditi cosi come il materiale usato per la realizzazione di questa scultura a raccontare il sottile confine tra il visibile e l’invisibile. Francesca Borgia, a piazza Casa Pia ha realizzato Riflessi di Dio. L’installazione vista da lontano potrebbe assomigliare ad un grosso insetto con un corpo lungo e stretto punteggiato sul dorso. Sul piano del tavolo infatti, sono collocati 14 specchi tondi del diametro di 20 cm ciascuno. E’ come se fosse apparecchiato per qualcuno; l’attesa ci carica di aspettativa e curiosità e l’opera si compie nel momento in cui la persona, per comprenderne il significato, si sporge sul piatto/specchio e si riflette: siamo umani ad immagine di Dio. L’aspetto ludico dello specchiarsi capovolge l’azione del guardare… per vedere il cielo dobbiamo alzare lo sguardo, ma, per la mia opera abbassiamo gli occhi e scorgiamo le nuvole; si compie così la congiunzione tra la terra e il divino. Il riflesso di Dio è in ciascuno di noi che con le nostre azioni, decidiamo se vogliamo il bene o il male del mondo, quindi ho voluto evidenziare la responsabilità del fare mediante l’invito a specchiarsi. Cecilia Caccamo in via Cardines propone Guardati dentro. Il poeta praghese Rilke scriveva che l’angelo rappresenta la creatura nella quale è già realizzata la trasformazione del visibile nell’invisibile cui noi tendiamo. Il continuo anelito all’essere più di ciò che siamo nasce dall’inganno di credere che la piena realizzazione della creatura umana non faccia parte di questa dimensione ma di quella “altra”, quella ultraterrena. Questa premessa chiarisce il senso dell’opera: Una teca di vetro trasparente custodisce come reliquie preziose una coppia di ali dentro le quali è inscritta la sagoma del corpo di un angelo. Poiché questa sagoma è invisibile si può guardare dentro e quindi attraverso essa. Il suo corpo di fatto è costituito da ciò che vi è oltre il vetro: quindi dalla realtà che ci circonda. A questa realtà la scultura mette un paio d’ali rendendo visibile una verità: siamo già esseri che appartengono anche alla dimensione spirituale, dalla quale, rifacendomi a Rilke e ribaltando il senso del suo aforisma, l’Invisibile ha teso trasformarsi per rendersi visibile nella nostra essenza umana. A Largo San Giacomo, Filippo De Mariano, firma Il passaggio dell’Angelo. Creare un angelo, vi assicuro è stato divino…Il passaggio dell’angelo può essere spiegato in due modi, visto da due prospettive diverse. L’uomo che passa, come a chiedere il permesso, il perdono per le proprie colpe. Lo sguardo mitologico dell’angelo che impone riverenza e rispetto, un passaggio tra una vecchia vita e una nuova… La seconda spiegazione sta proprio nell’angelo creato da un uomo peccatore, che con la sua bellezza un po’ modificata, ricercata, distorta, passa lasciando curiosità… l’angelo è un gioco, anche nella sua creazione strutturale, di positivo e negativo, di mancanze e di masse, angelo donna, angelo uomo, se vogliamo di bene e di male, di discorsi compiuti e storie mai finite…mi piacerebbe sentir dire da qualche passante: Allora gli angeli esistono! Concetta De Pasquale, dinanzi il teatro Vittorio Emanuele propone la scultura: L’abbraccio dell’Angelo che nasce dalla convinzione che c’è sempre un angelo che ci accompagna nella nostra vita terrena. Un angelo che non è distante, ma che è parte di noi, si fa corpo con il nostro corpo. Nel linguaggio gestuale del corpo, l’abbraccio viene simbolicamente espresso dall’incrocio delle braccia. Un abbraccio che elevato verso il cielo, si fa volo, un varco attraverso cui passare e sotto il quale stazionare. Ho progettato così, in maniera minimale, un arco a sesto acuto, utilizzando tondini in ferro infissi inferiormente in due parallelepipedi di cemento armato ed intrecciati superiormente tra loro così da formare simbolicamente un movimento alare. I due parallelepipedi posti l’uno di fronte all’altro, testurizzati in superficie con impronte di mani, conservano le tracce e la pesantezza del nostro corpo, assumono la funzione di luogo terreno, si fanno sedili che ci permettono di fermarci e meditare sotto l’abbraccio dell’angelo. Alzando lo sguardo, seduti sotto il varco o oltrepassandolo, la materia si fa leggera, filiforme, quasi inesistente. Gli elementi in ferro intrecciati diventano un volo di curve nell’aria, un suono nello spazio libero del cielo. Un processo ascensionale dal basso verso l’alto, dal peso alla leggerezza, dal visibile all’invisibile, dall’umano al Divino. Pippo Galipò, in via Garibaldi dopo piazza Cairoli, Non sono stato, forse sarò. Attraverso un tema classico della religione cristiana, tento una personale lettura della società contemporanea. Il corpo di un angelo incarna la condizione umana ferita, l’angoscia e la contraddizione dell’esistenza. La transitorietà di questa figura fragile, fatta di rete metallica, fil di ferro e juta, di vuoto e pieno, di materia e spirito (la colomba),rappresenta la metafora della condizione dell’uomo moderno, incapace di affrontare un mondo sempre più virtuale e tecnologico, che con il miraggio di nuove libertà lo rende invece sempre più ingabbiato (la gabbia come controllo sociale).Da qui l’inquieta ricerca di un percorso (labirinto) che dia significato alla fragile esistenza terrena e la speranza che solo il passaggio (la dinamica del tentativo di volo) possa consegnarci ad una autentica libertà Andrea Gugliandolo, con l’Annunciata attesa a piazza Duomo propone un complesso scultoreo composto da quattro elementi, tre angeli annunciatori ed il bambino Gesù. L’opera realizzata in legno di abete di varie misure e spessore, vede al centro la figura di un angelo leggermente più illuminato che domina la scena e si erge, secondo il volere di Dio Padre, a protezione del bambino Gesù collocato ai suoi piedi. Ai lati altri due angeli partecipano alla scena, arricchendone il movimento. La realizzazione segue una particolarissima ispirazione plastica e coloristica. Viola Mondello a piazza Unione Europea, proprio dinanzi il Municipio colloca Fragile a palazzo. Fragile è un mio amico rimasto senza casa dopo che il maremoto del 1908 gliel’ha spazzata via, poiché diversamente abile, dal 2006 lo porto in giro in cerca di un riparo momentaneo, un rifugio. La sua diversa abilità lo ha portato a sviluppare grandi ali, troppo pesanti per volare, ma abbastanza grandi per contenere i sogni, l’immaginario, l’onirico. Per anni ha visitato ed abitato luoghi e non luoghi…ma adesso che ha messo le ali è finalmente arrivato… a palazzo… Sara Toresano, colloca il suo Tra terra e cielo a Piazza Antonello. Le due estremità di un’altalena: da una parte un bambino sospeso, dall’altra a fare da contrappeso un paio d’ali. Il bambino appare ripiegato su se stesso, quasi assorto e, se pure colto nel gioco ne è quasi ignaro, tanto da giocare con se stesso. Chi è quel bambino? Forse uno dei tanti che spesso, come i bambini sanno fare nel gioco stesso, ricerca altro e, noi spettatori proviamo a immaginarlo non da solo, ma in compagnia dell’angelo custode; oppure si tratta proprio in quell’angolo che, perse le ali, si umanizza perché tanto attratto dal gioco. Eppure, nel gesto che il bambino-angelo compie, cioè quello di scoprire l’ombelico vi è l’affermazione della sua carnalità. Francesco Pafumi, dinanzi palazzo Piacentini firma Angeli sul mondo. La scultura rappresenta un angelo in volo con le ali spiegate e con al centro un vuoto che dà all’angelo la sua incorporeità. La composizione si configura come due ali ricavate da una superficie sferica di 250 cm di diametro opportunamente tagliata e posizionate simmetricamente su un piedistallo/basamento in legno. Le superfici sono costruite in plastica rinforzata con fibre di vetro il lato interno è colorato di un vivo rosso opaco mentre l’esterno è rivestito di alluminio riflettente. Maria Rando a piazza Castronovo ha realizzato Tensioni Celesti. Guardo l’orizzonte, là dove il mare si fonde con il cielo e penso agli angeli, ai quali sin dai tempi remoti si è cercato di dare una forma, accostando elementi più palpabili (più vicini alla sfera umana) ad elementi ultra terreni, quasi intangibili, volatili (più vicini alla sfera divina). Già da qualche tempo, nelle mie opere, sperimento affascinata l’accostamento di più materiali e l’angelo diventa un soggetto privilegiato per esprimere al meglio questa pluralità di sostanza. Ecco allora che i profili di ferro mettono in evidenza il segno grafico bidimensionale che si espande nello spazio ed a questi abbino elementi plastici, quali ceramica e vetro che esaltino questo segno, regalandogli colore e profondità materica. L’eterea figura disegnata nel cielo, si lascia quindi avvolgere / coinvolgere in una spirale più densa come nel gioco fatto di aria ed acqua quando il vento sfiora la superficie del mare. Prevista lungo i percorsi espositivi la presenza di zampogne che, dalle 18 alle 20, diffonderanno per strada le tipiche melodie natalizie. Un grande albero ecologico, di colore bianco, è a piazza Cairoli, mentre per l’illuminazione, in alcuni punti della città vi saranno particolari effetti.
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