Crotone. A Rocca di Neto, nella serata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Crotone, diretta dal Capitano Domenico Dente, hanno proceduto al fermo di Polizia Giudiziaria di M.D., 33enne nato in Romania. Il fermo di M.D. segue l’esecuzione, avvenuta il 9 novembre scorso, di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Crotone, nei confronti di M.M., manovale di 49 anni. La prosecuzione delle indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Crotone, iniziate a seguito dell’aggressione patita da un cittadino rumeno, nel pieno centro di Crotone, agli inizi dell’ottobre scorso, avevano permesso di risalire al motivo dell’aggressione e cioè lo sfruttamento di una ragazza rumena appena diciottenne. Le indagini avevano già permesso di individuare la ragazza che, attraverso le sue dichiarazioni, ha reso possibile individuare prima in M.M. e poi in M.D. i suoi sfruttatori. Nello specifico, a M.D. vengono contestati i seguenti reati, commessi in concorso con M.M., di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, per aver condotto in Italia una ragazza diciottenne di origine rumena,poi costretta con violenza, minaccia, percosse e inganno, a prostituirsi. Giunta in Italia con l’inganno, oltre che con minacce e violenze da parte di M.D., la ragazza, a cui sono stati anche sottratti i documenti di identità, rinvenuti nella disponibilità del fermato, è stata indotta a prostituirsi prima a Rocca di Neto, proprio da M.D. e poi da questi consegnata a M.M. che la “sfruttava” procacciandole clienti a Crotone. Lo sfruttamento della giovane si è protratto dal settembre 2010 e sino all’inizio dell’ottobre scorso, data in cui la ragazza si è sottratta ai suoi sfruttatori. Gli incontri con i clienti, una decina al giorno, avvenivano nelle vie centrali di Crotone, ed in particolare in Piazza Pitagora e nei pressi di un bar frequentato per lo più da rumeni; ciò avveniva ogni giorno dal tardo pomeriggio e sino a notte inoltrata. Le prestazioni sessuali avvenivano nelle macchine dei clienti o anche presso i loro domicili. I clienti erano sia di origine italiana che rumena, di diverse età ed estrazione sociale. Il costo delle prestazioni della giovane oscillava dai 30 ai 50 euro, soldi che finivano nelle tasche di M.M. e di M.D.. Le indagini sono state svolte con metodi tradizionali. Le prime dichiarazioni del rumeno aggredito da M.M. permettevano di dare inizio ad una serie di attività, ed in particolare, pedinamenti, osservazioni ed escussioni di tutte le persone che potevano essere informate sui fatti. Il ritardo nell’individuazione del rumeno è dovuto al fatto che nessuna delle persone coinvolte in questa vicenda conosceva compiutamente né il nome completo del soggetto, né dove questi abitasse anche perché era solito cambiare abitazione con una certa frequenza; dunque è stato necessario svolgere numerosi servizi di polizia giudiziaria tesi ad individuarlo, conoscendone solo la descrizione fisica ed il nome di battesimo. Proprio per questi motivi , è stato necessario procedere al fermo di indiziato di delitto di M.D., ritenendo sussistere un concreto pericolo che lo stesso potesse continuare a sottrarsi alle sue responsabilità dandosi alla fuga, facilitata dal fatto che nessuno ne conosceva né i dati anagrafici, né il suo luogo di dimora e tantomeno le modalità con cui avvenivano i suoi spostamenti. M.D., al termine delle formalità di rito, è stato quindi condotto presso la casa circondariale di Crotone a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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