Reggio Calabria. Le proteste contro la tanto chiacchierata “riforma Gelmini” non conoscono latitudine. Hanno colpito Milano, Roma, Napoli: e, ovviamente, anche Reggio Calabria. Le ingenti somme che gli studenti dovranno versare una volta giunti all’Università, sono la miccia che ha fatto scattare focolai di protesta anche nella Facoltà di Architettura di questa città, con gli studenti che sono riusciti ad ottenere quanto da loro richiesto.
Con un’assemblea straordinaria tenutasi ieri mattina presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria, convocata dai rappresentanti d’istituto con il favore e la presenza di ogni singolo rappresentante di classe, Marco Parisi, Salvatore Infantino e Daniela Imeneo hanno messo nero su bianco quelle che sono le loro reali preoccupazioni sui recenti eventi che hanno messo all’angolo il normale svolgimento degli orari di lezione. Tante proteste che guardano al futuro (non dimentichiamoci che sono i Licei ad aprire le porte dell’Università), che hanno visto il plesso di Modena essere protagonista, la prima tra le scuole reggine, di assemble e occupazioni atte a dimostrare che il problema c’è ed è, purtroppo, radicato, anche tra i banchi della scuola media superiore.
Dopo la prima occupazione, se ne sarebbe dovuta svolgere una seconda proprio oggi, ma è stata annulata per motivi che il rappresentante Marco Parisi spiega, dibattento il primo punto all’ordine del giorno: “Non bisogna speculare su quella che è l’occupazione, che molti prendono a pretesto per perdere giorni di scuola. C’è bisogno di collaborazione, soprattutto tra noi studenti e, dopo aver parlato con il Preside, ci è sembrata una cosa non giusta procedere con l’occupare il plesso. Sappiamo che sarebbe rischioso far pendere sulle nostre teste, e con “nostre” mi riferisco ai rappresentanti, denunce di questo tipo. Abbiamo fatto promesse che non abbiamo mantenuto, è vero, ma siamo stati la prima scuola ad avviare questo tipo di protesta”.
Subito dopo, la parola a Salvatore Infantino: “Ho parlato proprio ieri con il capogabinetto della provincia, il sig. Condipodero, rinnovandogli l’invito per partecipare ai nostri incontri e per fare un sopralluogo, ma per l’ennessima volta si è rifiutato: per noi sarebbe giusto parlare a quattr’occhi del problema”. Il rapprensentante invita poi gli studenti ad essere uniti e perseverare insieme sui loro obbiettivi: “Gli studenti della Facoltà di Architettura sono riusciti a far valere i propri diritti perché erano uniti. Prendo a pretesto Tito Livio, che parlava della grandezza di un popolo, rapportandola alla propria consapevolezza di fare bene e di farlo tutti insieme”.
Più moderata, Daniela Imeneo: “Per far valere i nostri diritti, bisogna rispettare quelli che sono dei doveri fondamentali, dai quali non possiamo assolutamente prescindere. Con violenze e occupazioni non si raggiunge quanto da noi sperato, bensì dobbiamo essere tutti più corretti e diplomatici, anche con noi stessi”.
Il secondo punto all’ordine del giorno era, infine, la mancata partecipazione del Liceo alla manifestazione che da Piazza De Nava accompagnerà molte persone per tutto il centro cittadino, martedì 14: “A tal proposito” continua Daniela Imeneo “dobbiamo renderci conto che la scuola è di tutti, sia di destra che di sinistra. Noi non possiamo partecipare come scuola ad una manifestazione contro la fiducia al governo, perché la scuola è apartitica, in tutto e per tutto”.
I rappresentanti hanno, infine, passato di classe in classe una fotocopia contenente i motivi che rendono paradossale, a titolo di legge, il DDL. Come a dire: “Quousque tandem abutere patientia nostra”, fino a quando abuserai della nostra pazienza?, tanto caro a Cicerone.
Francesco Mansueto