Reggio Calabria. Nessun indizio e le indagini per risalire a chi ha piazzato una microspia nell’ufficio del procuratore aggiunto della D.D.A. Nicola Gratteri, potrebbero essere archiviate. Come riportato dall’Ansa, la Procura della Repubblica di Catanzaro, competente per i reati in danno dei magistrati reggini, sarebbe orientata a chiedere l’archiviazione del fascicolo contro ignoti avviate nell’aprile del 2008. Nel corso delle indagini, secondo quanto si è appreso, non sono emersi elementi utili per poter individuare le persone che installarono ed utilizzarono la microspia. Dall’intensa attività investigativa non si è riusciti nemmeno a risalire al venditore dell’apparecchiatura. Il lavoro svolto dagli inquirenti comunque non è stato facile, considerato che la microspia, di quelle comunemente in mercato, non ha nemmeno un numero identificativo chiaro. Gli investigatori, inoltre, non hanno trovato tracce utili nemmeno dalle immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza posta all’uscita di sicurezza del corridoio su cui si affaccia la stanza in cui l’apparecchio è stato trovato. A distanza di oltre due anni e mezzo dal ritrovamento, la Procura di Catanzaro quindi non va avanti. La microspia è stata trovata il 22 aprile del 2008 nel corso di alcuni servizi finalizzati alla bonifica degli uffici giudiziari. Secondo quanto si è appreso, subito dopo il ritrovamento, l’apparecchiatura con antenna, funziona a batterie ed era capace di diffondere il segnale captato a circa venti metri di distanza. Tale particolare fece ritenere che la «talpa» si dovesse trovare a pochi metri dalla stanza per captare il segnale e che quindi a spiare il super magistrato poteva essere un “addetto” ai lavori.
a.p.