‘Ndrangheta. Le intercettazioni che accusano l’ex sindaco Alessandro Figliomeni

Reggio Calabria. Un sindaco “attivo”. L’attivismo cui si riferiscono le persone intercettate, però, non attiene all’attivismo politico di Alessandro Figliomeni, 55enne ex sindaco di Siderno, bensì alla sua presunta piena appartenenza alla ‘ndrangheta.
Nel corso dell’indagine, sfociata oggi nelle operazioni congiunte di Carabinieri e Polizia rispettivamente denominate “Recupero” “Bene Comune” e che ha portato all’esecuzione di 53 arresti, gli elementi raccolti dagli inquirenti fanno loro ritenere, e contestare, che Alessandro Figliomeni sia pienamente intraneo alla ‘ndrangheta. A suo carico questa mattina è stato eseguito un fermo di indiziato di delitto spiccato dalla DDA. All’ex sindaco viene contestato non il mero “concorso esterno” in associazione mafiosa, non si tratta cioè di un amministratore pubblico che avrebbe favorito l’attività dell’associazione criminale, ma di essere un appartenente a tutti gli effetti del sodalizio, con un ruolo ben preciso; l’ex primo cittadino sarebbe stato a conoscenza delle questioni più riservate e sarebbe intervenuto nelle decisioni più importanti per la vita dell’organizzazione; contestualmente egli partecipava in modo diretto alla vita politica sidernese, giungendo persino a ricoprire la carica di primo cittadino, rappresentando anche in questa veste, secondo la Procura, la “longa manus” della cosca.
A descrivere così il ruolo di Figliomeni sono alcuni personaggi sicuramente vicini alla cosca Commisso o in contatto con la stessa, che parlano di lui quale soggetto affiliato alla ‘ndrangheta di Siderno ed in posizione apicale all’interno del sodalizio e che, talvolta, discutono anche della opportunità che un appartenente alla ‘ndrangheta ricopra direttamente ruoli istituzionali.
Tra le persone intercettate, vi è Domenico Gangemi, ritenuto un esponente di rilievo della ‘ndrangheta, già colpito dal provvedimento di fermo emesso dalla DDA reggina nel luglio scorso nell’ambito dell’operazione Il Crimine.
Il 18 marzo 2010 le  apparecchiature per intercettazione ambientale installate all’interno del negozio di ortofrutta di Domenico Gangemi (“Mimmo il regno dell’ortofrutta”), sito in Genova Piazza Giusti n. 26, hanno consentito di registrare la presenza di due soggetti, non meglio identificati, intenti a conversare con Gangemi, ritenuto il capo locale di Genova. Argomento della discussione era l’opportunità di affiliare alla ‘Ndrangheta soggetti appartenenti alla classe politica o alle forze dell’ordine.
Nel corso della conversazione uno dei partecipanti, organico all’organizzazione criminale, esprimeva dubbi sull’affiliazione di un politico ritenuto simbolo dello Stato ed in quanto tale da non considerarsi del tutto congeniale alle prospettive dell’onorata società. Al contrario Domenico Gangemi riteneva che l’affiliazione di una persona con un incarico politico poteva essere funzionale agli scopi dell’associazione (“…..un domani se interessa  ..(inc.)  però se può essere al nostro servizio). A tale proposito Gangemi portava l’esempio del “locale” di Siderno il cui sindaco, secondo l’indagato, figura tra gli affiliati (“…pure il sindaco di Siderno è un cristiano come noi” – “…da diverse parti hanno il sindaco… in tanti locali” – “… per dire… per dire il Sindaco di Siderno.. .il Sindaco di Siderno lo sapete che è capo locale a Siderno”).
Il giorno 14.04.2009 alle ore 18.24 è stata intercettata una conversazione ambientale all’interno di un’autovettura Mercedes 190 tra Francesco Muià, ritenuto inserito nella ‘ndrangheta di Siderno e segnatamente nella cosiddetta cosca della “Lamia” e Antonio Scambelluri.
Ad un certo punto della conversazione i due parlano della scarsa qualità dei materiali utilizzati oggi nella costruzione degli immobili ed il Muià racconta un suo problema avuto con Sandro Figliomeni. Proprio di questi Antonio Scambelluri chiede a Muià testualmente: “ma nella ‘ndrina è più alto di voi?”. Questa la risposta del Muià che dice: “a voglia! Io non sono niente! Non sono “attivo” io! Sono att … dicono che sono “attivo” … ma io … io non sto andando più … pure che mi chiamano non vado”. Lo Scambelluri, per approfondire l’argomento, sembra chiedere al Muià il proprio grado e questi dichiara di essere un “santista”. Subito dopo lo Scambelluri chiede se Alessandro Figliomeni sia più in alto in grado del “santista” e la risposta del Muià è: “sopra il “santista” non c’è niente Anto’, è l’ultimo grado! … il capo società è un ‘Santista’“. In effetti il grado di “Santista” è quello più elevato per la “Società Minore” e nella ‘ndrangheta e sancisce proprio il passaggio nella “Società Maggiore”.

Ancora, un altro spunto investigativo proviene dalle conversazioni ambientali monitorate il 14 ottobre 2006 all’interno dell’autovettura Seat Alhambra in uso a Nicola Romano – personaggio ritenuto in stretto e diretto contatto con soggetti del calibro di Giuseppe Commisso “il mastro” e quindi, secondo gli inquirenti, sicuramente portatore di conoscenze immediate ed attendibili sulla ‘ndrangheta sidernese – dalle quali emerge la figura di Alessandro Figliomeni, indicato palesemente come soggetto affiliato alla ‘ndrangheta.

ROMANO: EH.. SANDRO! .. “ESTI N’OMU DI SOI! (È UN UOMO DEI SUOI)! “UOMINI DI MALAVITA, CAPISCIUNU (CHE CAPISCONO) A MALAVITA! .. PANETTA AVEVA CERCATO DI BUTTARLO, HANNO FATTO NUOVAMENTE FATTO LE ELEZIONI IN QUELLE SEZIONI IN QUELLE SEZIONI CHE DICEVANO CHE CI SONO STATI IMBROGLI.. È USCITA NUOVAMENTE LUI, ANCORA CON UNA MAGGIORANZA DI ASSAI.. MA SONO PASSATI OTTO GIORNI..

Gli inquirenti evidenziano come Romano si riferisca a Figliomeni come “un uomo dei suoi, uomini di malavita che capiscono la malavita…”.

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