Palermo. Nelle prime ore di stamattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, hanno proceduto all’arresto di due presunti appartenenti a “Cosa Nostra”, della famiglia mafiosa di Altofonte (PA), Andrea Di Matteo, nato ad Altofonte (PA) di 43 anni e Salvatore Giuseppe Raccuglia, nato ad Altofonte (PA) il di 51 anni in esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del capoluogo, in quanto accusati di associazione mafiosa e favoreggiamento.
Contestualmente gli stessi militari hanno proceduto ad un sequestro di beni, scaturito da autonomo procedimento di prevenzione, a carico di noto imprenditore palermitano Vincenzo Graziano, che, operando in stretta sinergia con esponenti di spicco di “Cosa Nostra”, ha provveduto a riciclare, dissimulandone la provenienza e reinvestendolo in attività economiche formalmente lecite, un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare quantificato in circa 50 milioni di euro. I provvedimenti cautelari personali scaturiscono dalle indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Palermo nell’ambito delle attività finalizzate alla cattura dell’allora latitante Domenico Raccuglia.
Nello specifico, l’ingente mole di elementi acquisiti a carico dei due indagati ha permesso, da un lato, ad acclarare la loro intraneità alla consorteria mafiosa operante in territorio di Altofonte (PA) e dall’altro ha dimostrato la loro funzione di favoreggiatori del latitante, estrinsecatosi nel fornire ai familiari di questi un supporto sia logistico sia economico durante le delicate fasi dei vari ricongiungimenti del Domenico Raccuglia con i suoi prossimi congiunti.
Contestualmente sempre i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, nel contesto di attività di indagine finalizzata all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa “cosa nostra”, hanno sottoposto a sequestro un ingente patrimonio ammontante a circa 50 milioni di euro, illecitamente accumulato da Vincenzo Graziano nato a Palermo il di 49 anni, imprenditore mafioso, già arrestato nel 2008 per associazione mafiosa ed estorsione, ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa dell’Acquasanta.
Il Graziano in relazione a tali vicende è stato rinviato a giudizio e, con sentenza emessa dal Gup presso il Tribunale di Palermo in data 16.07.2009, condannato a 5 anni di reclusione. Tale condanna veniva aggiunta in continuazione alla precedente condanna definitiva a 8 anni di reclusione emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 16.07.1996.
Sin dagli anni ’80 Vincenzo Graziano è stato ritenuto collegato alla famiglia mafiosa dell’Acquasanta, unitamente ai fratelli Angelo, Giovanni, Ignazio e Domenico, come dimostrano anche i suoi precedenti per favoreggiamento personale del latitante Francesco Badalamenti.
Gli accertamenti economico-patrimoniali svolti dai Carabinieri sul conto di Graziano hanno consentito di individuare i beni costituenti il frutto del reimpiego di denaro di illecita provenienza da parte di “cosa nostra”.
La Sezione Misure di Prevenzione presso il Tribunale di Palermo, concordando con le risultanze dell’Arma, ha disposto nei confronti di Vincenzo Graziano il sequestro di un ingente patrimonio quantificato in circa 50 milioni di euro e costituito, fra l’altro, da lussuose imbarcazioni da diporto (tra cui uno yacht da quasi 20 mt.), autovetture di lusso (tra cui una Ferrari e una Bmw X6), nonché società, beni immobili (tra cui una villa a Palermo e un complesso residenziale in provincia di Udine) e conti correnti, localizzati sia nel capoluogo siciliano sia nella provincia di Udine, dove Graziano da tempo aveva spostato i propri interessi imprenditoriali, al fine di riciclare il patrimonio illecitamente acquisito.
In particolare il sequestro ha riguardato:
1. Intero capitale sociale e relativo complesso di beni aziendali della Società “A.F.G. costruzioni s.r.l.” con sede a Palermo;
2. Intero capitale sociale e relativo complesso di beni aziendali della società “M.G. costruzioni s.r.l.” con sede a Palermo;
3. intero capitale sociale e relativo complesso di beni aziendali della società “A.G. costruzioni s.r.l.” con sede a Tavagnacco (Ud);
4. intero capitale sociale e relativo complesso di beni aziendali della società “Costruzioni Generali s.r.l.” con sede a Palermo;
5. 3 magazzini siti a Palermo;
6. 2 garage siti a Palermo;
7. 14 autorimesse site a Martignacco (Ud);
8. 8 abitazioni site a Martignacco (Ud);
9. 3 abitazioni site a Palermo;
10. 2 appezzamenti di terreno siti a Martignacco (ud);
11. Un appezzamento di terreno sito a Trabia (pa);
12. 5 appezzamenti di terreno siti a Palermo;
13. 5 autovetture;
14. 3 motocicli;
15. Un’imbarcazione;
16. 58 rapporti bancari;
17. 1 cassetta di sicurezza.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more