Le nuove regole che rivoluzioneranno la massima formula dell’automobilismo dal 2013, sembra stiano iniziando a far vacillare i piani sportivi di molte grandi case costruttrici. Non è un mistero, infatti, che con l’attuale formulazione dei regolamenti – in particolare per quel che riguarda il propulsore – non ci siano spazi per “inventarsi” soluzioni alternative sulle quali concorrere. Così, se fino a oggi lo standard del V8 da 2400cc con parametri bloccati e potenze equiparabili ha fatto abbandonare in ordine sparso BMW, Honda, Toyota e, da ultima, Renault, dal 2013 – con l’avvento di una nuova era di quattro cilindri turbo da 1600cc con iniezione diretta – in molti potrebbero rientrare. Senza contare l’interesse che sembra essere concreto di un gruppo come Audi-Volkswagen. A confermare le voci di un rinnovato interesse verso la “nuova” Formula 1, arrivano le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Renault Jean Francois Caubet, “il dossier presentato dalla FIA parla da sè, ci saranno innovazioni tecnologiche e la competizione sarà del tutto aperta. Ci sono regole chiare sui costi, i materiali, il numero di motori per ogni stagione e il numero di giri massimo. Tecnologicamente avremo grande libertà”. Si partirà quindi da un foglio bianco per progettare i nuovi propulsori, con l’azzeramento regolamentare che vuole puntare proprio a far rientrare i “grandi assenti”. Così, se per Caubet il rientro della BMW appare troppo presto per esser pronosticato, ci sarebbe un’altra tedesca che starebbe vacillando. Infine, anche un colosso giapponese potrebbe tornare della partita, dopo aver sciaguratamente abbandonato l’attività al termine del 2008, cedendo le strutture di Brackley (prima ex BAR, poi Honda) per una sterlina a Ross Brawn. La tempistica della scelta è sotto gli occhi di tutti: con la monoposto praticamente pronta da mesi, quella che poi dominò il Mondiale 2009 grazie anche alla furbata del doppio diffusore, i giapponesi mollarono proprio nell’annata buona, che portò Button sul tetto del mondo.
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