Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Ros e del Comando provinciale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 12 indagati per associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose. L’operazione, denominata “Reale 3”, costituisce l’ulteriore sviluppo delle indagini sulla cosca “Pelle” di San Luca che, il 22 aprile 2010, avevano già portato all’esecuzione di un primo provvedimento di fermo a carico del boss Giuseppe Pelle, cinquant’anni, e di altri 8 esponenti del sodalizio, e successivamente contribuito alla maxi operazione “Il Crimine” del 13 luglio con l’arresto di oltre 300 persone. Sempre in questo contesto, il 19 novembre 2010 erano stati eseguiti decreti di perquisizione locale nei confronti di docenti, impiegati e studenti dell’Università di Reggio Calabria, indagati per falsità ideologica, truffa aggravata ed altri delitti, connessi all’ammissione ai corsi universitari dell’ateneo reggino ed al superamento di prove d’esame.
L’attuale filone investigativo ha accertato il condizionamento delle elezioni amministrative del 29 e 30 marzo 2010, al centro di numerosi incontri tra il capo cosca Giuseppe Pelle e alcuni candidati raggiunti dal provvedimento restrittivo.
In particolare uno di essi, Santi Zappalà, oltre che per corruzione elettorale aggravata dall’aver agito con la finalità di agevolare l’organizzazione mafiosa, è accusato di concorso esterno nella medesima associazione, per aver stipulato con il Pelle un accordo in forza del quale, in cambio di un consistente numero di voti illecitamente raccolti nell’area jonica della provincia di Reggio Calabria, avrebbe garantito alle imprese di riferimento della cosca l’aggiudicazione di alcuni importanti appalti pubblici, nonché era stato richiesto il trasferimento in un istituto penitenziario calabrese di Salvatore Pelle di 53 anni, elemento di vertice della consorteria sanluchese, detenuto presso la casa circondariale di Roma-Rebibbia. In quest’ultimo, il trasferimento non si è concretizzato e alla richiesta avanzata dal Pelle, Zappalà aveva spiegato la difficoltà di tale trasferimento.
L’indagine ha offerto uno spaccato di estremo interesse per la comprensione delle attuali strategie delle cosche della ‘ndrangheta, di cui la famiglia Pelle è tra le più blasonate, confermandone le capacità di esercitare una pervasiva influenza nei più svariati settori della società, dell’economia e della pubblica amministrazione, allo scopo di ottenere benefici diretti e immediati e di consolidare il potere mafioso tra tutta la popolazione.
La ‘ndrangheta entra in politica.
“Finora abbiamo disperso i nostri voti, il risultato è che non siamo riusciti a portare tutti i candidati che avremmo voluto e, alla fine, se la gestiscono loro”. Loro, erano i politici, nelle parole di Giuseppe Pelle, intercettate nella sua abitazione dai Carabinieri del Ros. Il figlio del vecchio boss Ntoni Gambazza, tracciava un bilancio del passato e delineava il progetto dei futuri assetti che avrebbero coinvolto la consorteria criminale. “La dobbiamo gestire unitariamente”. Questo era l’intento di Giuseppe Pelle, il quale aveva in mente di fare appoggiare tre candidati alla Regione nella Jonica e altrettanti nella Piana. La prova del nove sarebbe stata rappresentata dalle vicine elezioni provinciali, alle quali i Pelle volevano piazzare due-tre candidati: “li sperimentiamo, se vanno bene li possiamo appoggiare per il Consiglio Regionale in futuro”. Era la vigilia delle elezioni regionali del marzo scorso, quando pubblicamente tutti i partiti facevano un gran parlare di “codice etico” e poi erano in tanti a bussare alla porta di Giuseppe Pelle. Come Santi Zappalà, il quale così si è rivolto al figlio del vecchio boss: “vediamo se possiamo trovare un accordo”. “Non credo vi siano persone che nella provincia di Reggio Calabria non sappiano chi sia realmente Giuseppe Pelle”. Così il procuratore capo della DDA Giuseppe Pignatone che, questa mattina, ha illustrato i dettagli dell’operazione al Comando Provinciale dei Carabinieri in compagnia dei due aggiunti Nicola Gratteri e Michele Prestipino, alla presenza del Generale Giampaolo Ganzer, comandante dei Ros, del colonnello Pasquale Angelosanto, comandante provinciale, del tenente colonnello Carlo Pieroni, comandante del reparto operativo, del tenente colonnello Stefano Russo, comandante dei Ros di Reggio Calabria, e del maggiore Gianluca Vitaliano, comandante del nucleo investigativo. Ganzer, in particolare, ha sottolineato l’impegno dell’Arma dei Carabinieri nel suo complesso: “testimonianza della continuità dell’azione di contrasto delle Istituzioni nei confronti della ‘ndrangheta”.
Elenco degli arrestati:
- Liliana Aiello, 58 anni
- Filippo Iaria, 31 anni
- Francesco Iaria, 44 anni
- Antonio Manti, 37 anni
- Aldo Domenico Marvelli, 55 anni
- Paolo Marvelli, 27 anni
- Giuseppe Mesiani Mazzacuva, 33 anni
- Pietro Antonio Nucera, 51 anni
- Giuseppe Pelle, 50 anni
- Domenico Stelitano, 61 anni
- Mario Versaci, 45 anni
- Santi Zappalà, 50 anni