Reggio Calabria. Puntava in alto la cosca Pelle e per raggiungere l’obiettivo di condizionare le istituzioni erano intenzionati a far sedere sugli scranni di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, sei rappresentanti “di fiducia”. E’ uno dei risvolti svelati da Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, durante l’incontro con la stampa organizzato per rendere noti i particolari dell’operazione “Reale 3” in seguito alla quale sono state emesse 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Destinatario di uno dei provvedimenti Santi Zappalà, consigliere regionale del Pdl che in più circostanze si è recato presso la residenza di Giuseppe Pelle, capo dell’omonima cosca di San Luca. In una circostanza, l’appuntamento tra i due è stato registrato da piccole telecamere collocate dai carabinieri del Ros, capaci, dunque, di intercettare, le conversazioni tra il boss e l’esponente politico che ottenne 11.052 voti di preferenza in occasione del rinnovo del Consiglio regionale. Di fronte alle lamentele di Pelle che mal sopportava l’incapacità, fino ad allora, di avere solidi punti di riferimento sui banchi di Palazzo Campanella e nei Palazzi della politica, Zappalà pronunciò, tra le altre, una frase ritenuta dagli inquirenti, fondamentale per dimostrare la disponibilità dell’ex Sindaco di Bagnara: “Vediamo se riusciamo a trovare un accordo”. Un disegno, quello di Pelle, che si sarebbe dovuto concretizzare appoggiando un paio di candidati alla Provincia in occasione delle elezioni che si svolgeranno nella primavera del 2011 e sei esponenti politici che potessero raccogliere i voti necessari per essere eletti in Consiglio regionale, tre sulla fascia tirrenica e tre nella zona jonica.
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