Reggio Calabria. Giuseppe Belcastro, cinquantenne cui nel marzo del 2006 era stata inflitta la pena dell’ergastolo, è uscito dal carcere di Sulmona dove era detenuto perché sono scaduti i termini previsti dalla custodia cautelare. A darne notizia è l’edizione odierna della “Gazzetta del Sud”. Belcastro è stato giudicato in primo grado ed in Appello colpevole di svariati reati connessi alla ‘ndrangheta, in quanto ritenuto uno dei protagonisti della “faida di Sant’Ilario”. Spalancatesi le porte del penitenziario, l’ergastolano è stato destinato alla pena alternativa della casa di lavoro, un’attività intervallata dalla vacanza natalizia concessagli per trascorrere le festività con la propria famiglia. Belcastro ha potuto usufruire della decorrenza dei termini poiché le motivazioni a corredo della sentenza d’Appello sono state consegnate un paio di mesi fa, a distanza di quattro anni e mezzo dalla condanna all’ergastolo. Procedura, questa, che ha permesso che anche Luciano D’Agostino, condannato a 15 anni di galera nel processo “Prima Luce”, scaturito dalla medesima “faida di Sant’Ilario”, abbandonasse il carcere anzitempo. La circostanza legata al grave ritardo con cui sono state depositate le motivazioni della sentenza d’Appello avevano determinato la presentazione di un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Angela Napoli, di Futuro e Libertà, in cui si faceva esplicita richiesta di un’urgente attività ispettiva del Ministero della Giustizia nella sede della Corte d’Appello di Reggio Calabria. La notizia della scarcerazione di Belcastro è stata appresa con un misto di rabbia e sconcerto da parte dell’onorevole Napoli che, pochi minuti fa, ha sottolineato di aver “presentato due interrogazioni sul caso del macroscopico ritardo nel deposito della motivazione della sentenza del processo ‘Prima Luce’ sulla “faida di Sant’ilario” e di non avere ‘mai ricevuto risposta. In questo modo si garantisce il procrastinare della criminalità organizzata e la mancanza di fiducia nella giustizia da parte dei cittadini. Considerato che questo governo vanta la lotta alla criminalità organizzata solo attraverso la conta della cattura dei latitanti ed il sequestro dei patrimoni illeciti, il caso della scarcerazione di Giuseppe Belcastro, cui si accompagna quella precedente di un altro imputato dello stesso processo, Luciano D’Agostino, rappresenta la palese dimostrazione di come la lotta alla criminalità organizzata vada effettuata a 360 gradi”.
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