Reggio Calabria. Comunicare per esistere, descrivere e raccontare la realtà reggina. In un’era in cui tutti decidono di investire sul web, LiberaReggio il magazine dei giovani reggini – che diventa associazione con il nome di LiberaReggioLab – punta sulla carta stampata e crea “A D’Annunzio piacevano i gazebo”, primo volume del progetto editoriale I Ciclostili, una raccolta di tutti gli articoli prodotti in due anni di intensa attività online. «Abbiamo pensato – ha spiegato Alessio Neri, presidente dell’associazione durante la presentazione ufficiale al circolo Arci Random – che fosse un peccato lasciare tanti pezzi semi-nascosti tra le pagine del web quando ancora possono avere valore e significato attuale». Una rilettura che parte, dunque, proprio dal mezzo di comunicazione per eccellenza: la carta. «Vogliamo riuscire a coniugare la potenza libertaria di internet con quella tradizionale», ha chiarito il presidente. Da questo momento in poi, il magazine continuerà ad essere online ma, secondo i piani dei redattori, potrebbe ogni tre mesi raccogliere in un opuscolo stampato in ciclostile (una tecnica di stampa che non richiede energia elettrica e quindi a basso costo e consumo) tutti gli articoli pubblicati. «Con il nostro magazine partiamo dal basso e vogliamo rimanere nel basso, non siamo collegati a nessun partito, siamo e resteremo una pubblicazione indipendente», ha concluso Neri. LiberaReggioLab nasce due anni fa con lo scopo di promuovere l’informazione e le attività culturali in tutta la provincia più a sud della penisola, non è una testata giornalistica e non fa giornalismo in senso stretto. Ma il loro è un lavoro intenso premiato anche nel concorso “La città dei cittadini” di Casalecchio di Reno (Bo).
Violenza senza voci. A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare? Prima della presentazione ufficiale dell’associazione, l’attrice Maria Marino ha interpretato un brano de “La violenza” di Pippo Fava per la regia di Luciano Pensabene. Il 28 dicembre 1983, il giornalista Fava rilascia la sua ultima intervista a Enzo Biagi, sette giorni dopo viene assassinato dalla mafia. Raccontava: «Mi rendo conto che c’è un’enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante».
«Vogliamo partire dall’esempio di questo giornalista – ha detto il regista Pensabene – per muovere le coscienze e cambiare la nostra città».
La terra che resiste. Dall’incontro a Casalecchio di Reno, nasce per LiberaReggioLab la voglia di fare rete, incontrarsi e conoscersi. Ma da quell’incontro viene alla luce anche “Calabria A/R viaggio nella terra che resiste”, un reportage realizzato da Blogos, un progetto nato nel 2007 nella provincia bolognese che promuove la cittadinanza attiva e la creatività giovanile. Quaranta minuti di interviste a tutti coloro che in Calabria sono nati e hanno deciso di rimanerci, lottando la disoccupazione e le ingiustizie ‘ndranghetiste. Il video racconta l’esperienza di dieci ragazzi partiti dall’Emilia Romagna e arrivati in Calabria per dare una mano nei terreni confiscati alla ‘ndrangheta, ma anche e soprattutto per raccogliere materiale da presentare a “Politicamente Scorretto 2010”, un progetto culturale promosso dallo scrittore Carlo Lucarelli e dall’associazione Libera di don Ciotti. Aiutati da Salvatore Salvaguardia, redattore del magazine reggino, i ragazzi hanno messo insieme una serie di testimonianze positive: dai soci della Cooperativa Valle del Marro a Stefania Grasso e il testimone di giustizia Stefano Saffioti. Denuncia, lavoro, sostegno, società civile ma anche il ruolo dello Stato e della Chiesa, l’importanza dell’associazionismo e l’omertà dei paesi ad alto rischio di delinquenza, una terra in cui frasi come “La voglia di rimanere c’è ma da sola non basta” o “Chi vive qui si trova a fare scelte che gli altri fanno per te”, diventano all’ordine del giorno.
Vivere di immagini. Il circolo Arci Random diviene anche un’ottima vetrina per chi racconta le proprie emozioni e certi stili di vita attraverso un flash o una matita. Che siano fotografie o fumetti, l’intento rimanere quello di comunicare senza dover spiegare ciò che è raffigurato. Nei muri colorati del locale, i numerosi presenti hanno potuto ammirare gli scatti del fotografo reggino Stefano Costantino sugli scontri romani e sugli spettacoli al Teatro Cilea, di contorno alcune delle più belle fotografie pubblicate su LiberaReggioLab e la matita della fumettista Rita Cuppari. Sul finale la musica dei Linea D’Onda (Rock Pop da Reggio).
Dominella Trunfio