Filandari (Vibo Valentia). Nella notte gli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia hanno sottoposto a provvedimento di fermo 4 persone, tutte residenti nella frazione Scaliti del Comune di Filandari, in quanto ritenute responsabili di omicidio plurimo nei confronti dei 5 membri della famiglia Fontana, uccisi nella serata di ieri davanti al proprio casolare di campagna. I provvedimenti sono stati emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia al termine di una notte di serrati interrogatori che gli uomini dell’Arma, con la presenza del pubblico ministero, hanno condotto nei confronti dei 4 che, sin dai primi momenti successivi alla strage, erano stati individuati come i possibili autori del fatto. Si tratta di Ercole Vangeli, che si era presentato ieri sera in caserma per addossarsi per intero il peso dell’eccidio, del fratello Franco Vangeli, di Piero Vangeli e di Gianni Mazzitello, rispettivamente figlio e genero di Franco. Ad armare la mano dei responsabili, che hanno agito quando erano da poco trascorse le 17, l’ennesimo diverbio avuto tra i due nuclei familiari per questioni di invasione di terreni e vecchi attriti personali. Nel corso dell’interrogatorio cui è stato sottoposto durante la notte, Ercole Vangeli ha spiegato che il motivo che lo ha indotto a compiere l’eccidio in cui ha sterminato cinque componenti della famiglia Fontana è da ricercare nelle continue vessazioni e prepotenze che, a suo dire, subiva da parte delle vittime. Uno stillicidio di circostanze che, messe assieme, lo hanno fatto crollare spingendolo verso il baratro rappresentato dal folle gesto portato a compimento ieri e concretizzatosi con una gragnuola di colpi di pistola, 40 i bossoli ritrovati sul luogo della strage, per i quali sono stati utilizzati due caricatori per entrambe le pistole impiegate nell’azione di fuoco, una 9×21, consegnata dallo stesso Ercole Vangeli ed una 7.65, rinvenuta all’interno della casa del fratello. La goccia che, secondo la ricostruzione fornita da Ercole Vangeli, ha fatto tracimare il vaso della sopportazione, uno schiaffo sul volto del padre 83enne. Agli inquirenti spetta ora il compito di individuare chi ha materialmente premuto i grilletti delle due pistole e, anche in relazione a questa necessità investigativa, la verità dovrebbe farsi strada a breve, alla luce del fatto che il bracciante agricolo di nazionalità romena che lavora nella masseria della famiglia Fontana dovrebbe aver visto tutte le varie fasi della carneficina. Mario Spagnuolo, procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, ha disegnato uno scenario tremendo, rendendo noti i dettagli del luogo del delitto, definito un “teatro apocalittico”. Tre dei cadaveri, quello del padre e di due figli, erano riversi nel cortile, accanto ad una Fiat Punto di colore nero, gli altri due corpi, invece, giacevano sul pavimento all’interno della masseria.