Catanzaro. Testo integrale della dichiarazione del capogruppo di Nuova Alleanza, Franco Cimino
“Le elezioni amministrative sono state cancellate dall’agenda politica catanzarese. Il candidato del PDL, dall’alto della sua statura, sembra incontrare tanti nani sul versante diverso dal suo. Non dico opposto, perché in questa Città sono ormai lunghi gli anni in cui non si vede una opposizione politica e partitica degna di questo nome, condizionata com’è, la politica, da quel trasformismo e da quel trasversalismo che rendono tutti uguali. E tutti ben disciplinati rispetto ai gruppi di potere che in una realtà povera come la nostra dettano i tempi dei bisogni della gente, e le varie modalità della loro soluzioni. Si collezionano liste e candidati, come un tempo si faceva con le figurine Panini dei calciatori, e spuntano candidati da comodi salotti, da dove hanno guardato con distacco e cinismo alle sofferenze della nostra Catanzaro. L’unico interesse, anche di alcuni organi di informazione, è rivolto a quei nomi “segreti” che dalla sinistra dovrebbero passare dall’altra parte. Quella considerata vincente, perché nella politica malata, la politica si identifica con il potere. Tutto il resto non serve. Né le opposizioni, né le opinioni, né le idee. Ora che il candidato del PDL sembra essersi scelto anche il candidato del PD – come appare da talune sue dichiarazioni – le elezioni appaiono sempre più come una inutile e dispendiosa perdita di tempo. Dovrebbero per taluni servire solo a misurare la forza di singoli candidati e quelle delle tante liste improvvisate sugli interessi di questo o di quel personaggio politico. Dei problemi della città nessuno parla. Di come affrontarli e con quali risorse e tempi e in quale prospettiva strategica, che li utilizzi per rilanciare Catanzaro sullo scenario regionale, nessuno dice una parola o butta lì uno straccio di idea. Catanzaro soffre moltissimo. La sua perdita di peso politico, dovuta all’abbandono in cui è stata lasciata da chi aveva il dovere di difenderla e rappresentarla al Governo, alla Regione, al Parlamento, e nel suo stesso ambito amministrativo, rendono quasi insormontabili i suoi problemi. La disoccupazione cresce, cresce anche il numero dei cinquantenni espulsi dal mondo del lavoro. Hanno chiuso o ridotto le loro attività molte strutture sanitarie, un tempo vanto del “modello” Catanzaro. Lo scandalo di Phonemedia ha messo sul lastrico duemila persone. Cresce l’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti, presso ogni fascia di età, mentre quella giovanile si abbassa sempre di più, quali evidenti indicatori di disagio. L’area fisica del degrado urbano, trasforma l’emarginazione sociale in delinquenza o dispersione individuale del sé. Un territorio già devastato dall’antico e insistente disordine edilizio, attende nell’impotenza della politica di vedersi cementificare nelle sue restanti parti più belle, che vanamente pochi di noi hanno tentato di difendere. In questo scenario c’è la corsa a chi arriva prima da qualsiasi parte, ed anche il solito coro dell’adulazione dei più forti. Le parti più sensibili della Città, variamente espressive di ambiti molto importanti, sono rimaste a guardare. In questo scenario, l’Università, sempre estranea alle problematiche catanzaresi, è rimasta chiusa nel suo fortilizio di poteri e di privilegi. Sempre più gelosa delle sue competenze, trattenute per sé e mai generosamente donate. Ovvero, talvolta, impiegate per tutelare ambizioni personali dentro un vecchio schema della politica. In questa Città ho pensato che l’Udc debba svolgere un ruolo di protagonista. Di forza che non ci sta, che non si intruppa, che non “si sistema”. Di forza che rifiuta gli schemi preconfezionati, e i vecchi schemi rompe con un’azione a tutto campo che vada ad intercettare i bisogni della gente e la sua ansia di rinnovamento. Di forza gelosa della sua autonomia e dell’autonomia della Città, che non può essere sacrificata sull’altare di equilibri politici lontani, costruiti sulla base di manuali che distribuiscono i Comuni come le caramelle agli scolari meritevoli. Una forza che si ponga alla guida di quelle forze sociali e politiche, di quelle energie umane che non si pongono il problema immediato del potere, ma lavorano per cambiarlo, il potere. Una forza, che se anche volesse restare sullo scacchiere di questa politica, si ricordi che è già un partito diverso, il partito della Nazione. Un partito inclusivo, aperto a quanti credono che gli attuali schieramenti, così come sono, e il bipolarismo che li interpreta, non rispondono all’idea che noi abbiamo di una democrazia compiuta. Una forza che voglia tentare a Catanzaro quello che altrove vorrebbe fare ma non le riesce: un’alleanza nuova su idee nuove e per un programma diverso. Capace di coniugare il fare della politica con il fare la Politica, l’arte straordinaria che trasforma i bisogni individuali e gli interessi piccoli, in un grande progetto per l’uomo. E per la Città dell’uomo”.