Reggio Calabria. Da più giovane tra i consiglieri comunali di Reggio Calabria e da presidente regionale della Giovane Italia, avverto sempre di più la volontà da parte dei cittadini che in tutti i settori della società ci sia un reale cambio generazionale. L’apporto che i giovani possono e devono dare alla comunità è notevole e non più trascurabile, ma le loro potenzialità sono ancora non del tutto espresse, limitate, anche e soprattutto, per i vari ostacoli che incontrano quando cercano di farsi strada portando il proprio contributo, in politica e non solo. L’istituzione della Commissione comunale per le politiche giovanili, che ho proposto insieme al consigliere Beniamino Scarfone, va proprio in questa direzione. L’organo vuole promuovere il confronto tra i giovani indicati dai vari partiti, creando un momento di sintesi per proposte, iniziative e interventi da portare in Consiglio Comunale. E’ pressoché analoga la ratio che ha portato alla creazione della Consulta comunale dei giovani, che ha le stesse finalità, ma è aperta al mondo dell’associazionismo, al fine di coinvolgere tutti i soggetti che hanno voglia di crescere e far crescere le comunità in ogni ambito. Strumenti, quindi, per promuovere l’espressione di chi ha idee concrete per la valorizzazione del mondo giovanile e per la soluzione dei suoi variegati problemi, ma sempre inseriti nel contesto del confronto e mai dell’assistenzialismo. Ritengo, infatti, un errore madornale discutere della possibilità di istituire “quote giovani”, come ero e sono contrario alle “quote rosa”. Non si tratta di frange deboli della società, per cui credo sia anche limitativo e, per certi versi, offensivo considerare i giovani o le donne elementi a cui deve essere garantito l’accesso nei vari organi della società, come fossero soggetti a cui dare tutela. In un sistema democratico e meritocratico, in cui ognuno può esprimersi liberamente e portare avanti le proprie iniziative, è giusto che emerga chi ha idee valide e maggiore determinazione nel portarle avanti. Credo, quindi, che in questo momento storico, per i giovani non servano interventi assistenzialistici. Ritengo, piuttosto, che solo con un serrato confronto e con la disponibilità di tutte le componenti, i più meritevoli possano emergere, con momenti di dibattito e sintesi e con idee ed attività concrete sul territorio. E’ indispensabile, dunque, anche la reale presenza di chi ambisce ad essere protagonista nei processi di crescita e di sviluppo. Come altrettanto necessaria è l’apertura dei partiti ad una vera e propria “cultura dello svecchiamento”, in tutti gli organi ed a tutti i livelli. In tal senso, voglio aprire una riflessione sulla la politica dei parlamentari “evergreen”, quelli che da decenni occupano la scena politica, sempre in ruoli nevralgici, ma che a volte utilizzano il territorio solo per assumere la carica elettiva, salvo poi far perdere le proprie tracce sia fisicamente che nei propri atti parlamentari. Chi interpreta Montecitorio o Palazzo Madama come punto d’arrivo o come un posto fisso e crede che tutto gli sia dovuto rivendicando per sé prebende di ogni tipo, dimentica che anche con questa perversa legge elettorale è sempre e comunque investito dal popolo, a cui ha il dovere di dare risposte concrete. Auspico, quindi, anche una presa di coscienza da parte di tutti, compreso chi ha dato con serietà e impegno il proprio contributo per la crescita del territorio, interpretando al meglio il ruolo rivestito e spendendosi in prima linea in favore della collettività. Ad essi i giovani saranno sempre grati, continueranno a supportarli e cercheranno di creare un rapporto sinergico per un arricchimento culturale reciproco, con un dialogo costruttivo che valorizzi l’esperienza di chi ha operato rendendola il fattore principale per la formazione delle nuove generazioni. A loro volta i giovani potranno contribuire fornendo nuovi spunti in chi ha ancora voglia di lavorare per lo sviluppo del territorio, alimentando idee che per motivi anagrafici non sempre possono essere al centro delle azioni degli esponenti più navigati. Diverso, invece, il discorso per quei politici che hanno perso gli stimoli necessari e credono di potersi proporre ancora con l’arroganza che possiede chi crede che tutto sia loro dovuto: essi dovrebbero valutare l’ipotesi di lasciare spazio ad altri, perché ringiovanire anche il Parlamento sarebbe un fatto estremamente positivo, soprattutto considerato il momento storico che la politica italiana sta attraversando. E’ innegabile che, in tal senso, sono i partiti ad avere un ruolo fondamentale: se si vuole cambiare nei fatti e non solo a parole, devono arrivare segnali precisi.
Daniele Romeo
Consigliere Comunale Pdl Reggio Calabria
Presidente Regionale Giovane Italia