Reggio Calabria. Si riporta di seguito una nota diffusa dal consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Giuseppe Giordano.
A Rosarno c’e’ stata ‘la rivolta’ perchè all’origine ci sono stati i negrieri del 2000, che hanno sfruttato e stanno sfruttando il lavoro nero e che nessuno vuole fare. Ad un anno di distanza dai fatti gravi che si sono verificati a Rosarno l’allarme è ancora alto. Ogni anno in questo territorio arrivano circa duemila immigrati, mentre pare che il lavoro disponibile oggi sia soltanto per poche centinaia di lavoratori. Secondo un rapporto di Medici Senza Frontiere che ha operato nella zona, ha evidenziato che il 65 % degli immigrati stagionali vive in strutture abbandonate, il 55 % dorme per terra, il 64 per cento% di essi non ha accesso all’acqua potabile e il 62 per cento non ha accesso a servizi igienici, e nella più totale mancanza di igiene contraggono infezioni e malattie di tutti i tipi. L’emergenza “Calabria” è forte, è un’emergenza umanitaria e dramma sociale e lo Stato non può essere assente né può andare avanti con proclami che poi non sono soluzioni. Quello che vogliamo denunciare è l’impatto della criminalità nell’agricoltura: infatti, un quarto delle aziende sequestrate alla mafia, alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata in genere, è formato da aziende agricole, in quanto lo sfruttamento di lavoratori in nero o comunque in condizioni disumane può essere fonte di produzione e ricchezza per la criminalità stessa . E’ passato un anno dal 7 gennaio 2010, data in cui si verificarono quei fatti, belle parole ne sono state dette tante, di allarme ve ne è stato tanto, di soluzioni solo qualcuna. Aderisco, quindi, al presidio davanti alla Prefettura di Reggio Calabria, appoggio e parteciperò alla mobilitazione.