Ancora nessun movente per l’omicidio di Giuseppe Sorgonà, oggi pomeriggio l’autopsia

Reggio Calabria. L’autopsia disposta dal magistrato, che sarà eseguita questo pomeriggio presso la sala mortuaria degli Ospedali Riuniti dal medico legale della Polizia Mario Matarazzo, potrà spiegare qualcosa sulla dinamica esatta dell’assassinio, ma non potrà fornire un movente per l’omicidio di Giuseppe Sorgonà. Le ragioni di una esecuzione in piena regola, talmente spietata da non infrangersi nemmeno davanti al figlioletto della vittima, un bimbo di un anno e mezzo che era in macchina col padre, restano un mistero che gli investigatori della Squadra Mobile diretta da Renato Cortese e dal suo vice Luigi Silipo sono chiamati a svelare.
Al momento, com’è giusto che sia, non viene esclusa ufficialmente nessuna pista. Dopo una nottata di interrogatori tra amici e parenti, però, va registrato che non vi erano contatti della vittina, né della sua famiglia, con la criminalità organizzata. Il giovane, appena 24enne, sposato e padre del bimbo di un anno e mezzo che ha assistito all’esecuzione rimanendo fortunatamente illeso, era incensurato. Lavorava presso il salone di parrucchiere “Distinguo, specialisti in bellezza”, di proprietà della famiglia, ubicato in via Mattia Preti, dietro l’angolo di via De Nava, dove il giovane, alla guida della sua Fiat Cinquecento di colore nero, ha trovato la morte. Incensurato e sconosciuto alle forze dell’ordine, così come la sua famiglia. Una famiglia di lavoratori, originari di Mosorrofa, che non sarebbe mai stata “attenzionata” dalle sezioni investigative delle forze di polizia. Da un lato, quindi, si scava nella vita personale di Giuseppe Sorgonà, tentando di ricostruire passo passo le ultime ore di vita, e il passato più lontano, alla ricerca di un litigio, di uno sgarro. D’altro lato gli investigatori non tralasciano nemmeno le modalità di esecuzione dell’agguato, in cui si possono valutare tutti gli elementi che farebbero supporre all’opera di professionisti. Due soli colpi hanno raggiunto Sorgonà, uno alla spalla destra e un altro, devastante, in pieno volto. Un’azione fulminea, un’esecuzione senza sbavature, che appunto fa intravedere la mano di un professionista dietro la pistola, una semiautomatica cal. 9×21, che ha sparato. Quanto alla dinamica prende sempre più piede l’ipotesi che a sparare ieri sera poco prima  delle 19.30 sia stato un killer in sella a una moto guidata da un complice. I due avrebbero affiancato la vittima dal lato guida del finestrino, quello sinistro, trovato in frantumi dagli specialisti della Polizia Scientifica, e dopo avere esploso i due colpi da distanza ravvicinata si sarebbero dileguati portando con sé, al momento, le ragioni dell’agguato letale.

Fabio Papalia

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