Processo per le estorsioni dei videopoker: il pm chiede 21 anni di galera per Gioacchino Campolo

Reggio Calabria. Ventuno anni di galera più 4 mila euro di multa per Gioacchino Campolo. E’ questa la richiesta alla seconda sezione del  Tribunale (presidente Olga Tarzia) formulata dal pm Beatrice Ronchi dopo una lunghissima requisitoria che è appena terminata. Il processo vede alla sbarra il “re dei videopoker”, accusato di alcuni episodi di estorsione che sarebbero stati commessi al fine di imporre le macchinette dello stesso Campolo in alcuni bar e centri scommesse. Insieme a Campolo erano stati processati anche Cristofaro Assumma, storico dipendente del “re dei videopoker”, e Andrea Zindato, ritenuto elemento di spicco del locale di ‘ndrangheta del rione di Modena-Ciccarello. I tre erano stati arrestati nel settembre 2009 dalla Guardia di Finanza, che già nel mese di gennaio 2009 aveva stretto le manette ai polsi di Campolo per “trasferimento fraudolento di valori”.  A conclusione del processo con rito abbreviato, il 2 aprile dello scorso anno, Assumma è stato assolto dalle accuse, mentre Zindato è stato condannato a 9 anni di reclusione. Gioacchino Campolo, invece, ha scelto di essere giudicato con rito ordinario. L’ipotesi accusatoria, sostenuta dal pm Beatrice Ronchi, è che Campolo e Zindato avrebbero imposto l’installazione delle macchinette videopoker di proprietà di Campolo ad alcuni gestori di sale scommesse e bar della città.

Angela Panzera

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