Reggio Calabria. Processo Testamento contro la cosca Libri di Cannavò. Questa mattina il sostituto procuratore generale Francesco Mollace durante la sua requisitoria, ha chiesto alla prima sezione penale della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Giuliana Campagna presidente, Massimo Gullino e Ornella Pastore consiglieri, che vengano confermate le pene inflitte nel processo di primo grado.
In primo grado il gup Paolo Ramondino aveva condannato Pasquale Libri, di 72 anni, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso a 12 anni di carcere e 5 mila euro di multa, Riccardo Antonio Artuso, di 35 anni, a 1 anno e 8 mesi di reclusione, Antonino Caridi, di 51 anni, genero del defunto boss Domenico Libri, a 9 anni e 4 mesi, Filippo Chirico, genero di Pasquale Libri, a 6 anni e 8 mesi, Antonio Libri, di 28 anni, a 4 anni di carcere; e poi Filippo Rodà, di 32 anni, 4 anni di reclusione, Antonino Sinicropi, di 42 anni, 9 anni di reclusione, e Cristofaro Zimbato, di 35 anni, 2 anni di reclusione. Tutti avevano scelto di definire la loro posizione in primo grado con il rito abbreviato, al termine del quale furono assolti invece, Giovanni Chirico e Pietro Marra.
Nei confronti di altri imputati, invece, si era proceduto con il rito ordinario e la sentenza è stata emessa nei mesi scorsi dalla seconda sezione del Tribunale, Pedone presidente, Ferraro e Vicedomini giudici. Il processo “Testamento” nasce dall’inchiesta condotta dalla Squadra mobile della Questura reggina nel luglio del 2007. Inchiesta che si era occupata delle attività della cosca Libri di Cannavò, alle prese con la successione del defunto boss Mico Libri, da qui il nome appunto “Testamento”. La cosca si sarebbe data un nuovo assetto sotto la guida di Pasquale Libri, fratello del defunto capo bastone.
Angela Panzera