Reggio Calabria. All’esito della camera di consiglio tenutasi ieri mattina il Tribunale della Libertà ha accolto l’istanza di riesame presentata dagli avvocati Attilio Parrelli e Marino Maurizio Punturieri ed ha revocato l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Antonio Manti, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Le manette per Manti, candidato alle ultime elezioni regionali con la lista “Alleanza per la Calabria”, erano scattate all’alba del 21 dicembre scorso quando, nell’ambito dell’operazione Reale 3, sono stati arrestati diversi esponenti della politica locale tra cui il consigliere regionale Santi Zappalà. Secondo quanto scritto nell’ordinanza, il Gip accoglieva la tesi del Pm che contestava al Manti di aver aderito alla cosca Pelle e di aver fornito alla stessa uno stabile contributo, mirando a rendersi disponibile anche in vista delle elezioni regionali che si sarebbero svolte di lì a poco.
Gli avvocati Parrelli e Punturieri, dopo aver ascoltato le intercettazioni che involgevano la posizione del proprio assistito, si sono subito resi conto della sussistenza di errori di trascrizione, ed hanno richiesto al Pm Giovanni Musarò di procedere ad una nuova operazione di ascolto.
Manti aveva sin dall’inizio professato la propria innocenza, rendendosi anche protagonista di un gesto eclatante quando, in un attimo di sconforto, aveva persino tentato il suicidio in carcere. Nel corso dell’udienza di riesame, il Pm ha depositato la nuova trascrizione della conversazione contestata al Manti, nonché una successiva che confermava la presenza dello stesso nell’abitazione del boss Giuseppe Pelle e la richiesta di interessamento per la propria candidatura.
I difensori hanno contestato l’impianto accusatorio rilevando che il contenuto dell’intercettazione mostrava un significato del tutto neutro dal quale non era possibile addebitare alcuna intraneità del Manti a qualsivoglia associazione, trattandosi di dialoghi generici tra soggetti che si conoscevano appena. Il candidato, hanno evidenziato i legali, aveva raccolto appena 25 voti, con ciò significando la mancanza di qualsiasi sostegno pervenuto da ambienti criminali. All’esito della camera di consiglio il Tribunale della Libertà ha annullato l’ordinanza cautelare aprendo le porte del carcere per Antonio Manti, che fa così ritorno a casa.
Fabio Papalia