Reggio Calabria. Passano i giorni ma nulla cambia, il PD resta lì fermo, mentre il mondo attorno ad esso ambia, muta e si trasforma. Aspettando la querela dell’uomo sveviano che rappresenta il prototipo ideale per questo tipo di partito, sempre più in crisi di identità ed affetto da una totale confusione sul proprio essere, vorrei analizzare come ciò che sta succedendo a noi giovani sia la causa di una totale senilità delle nostre classi dirigenti. Ciò che è successo a noi Giovani Democratici di Reggio Calabria è la più evidente conferma di come una sinistra intellettuale pigra si sia abbandonata all’inettitudine che esclude la lotta e si sia concentrata più sul guardarsi vivere che sulle battaglie degli ultimi. Questo commissariamento credo sia il punto più basso che potesse toccare il partito democratico, in quanto esso rappresenta con esattezza il primo fallimento del neocommissario Demaria. Quest’ultimo in preda alla disperazione che lo pervade, data la totale assenza di una strategia politica, ha pensato bene di sbarazzarsi degli inquilini scomodi. Ciò però che appare evidente ai più è che mentre Demaria si affrettava a commissariare i giovani i problemi posti da questi ultimi sono rimasti sul tavolo, senza neanche un accenno di risposta. Che fine hanno fatto le Primarie? Chi sono i candidati alle prossime amministrative? I consiglieri con più di due legislature non saranno candidati nelle liste del PD e recuperati con delle liste civiche? Ma soprattutto dov’è il programma con cui si intende coinvolgere i cittadini? Sembra proprio che questo commissario Demaria debba trovare troppe risposte in troppo poco tempo. E nel frattempo cosa fa? Nulla. Praticamente boccheggia. Che magnificenza vedere lui in questo stato, accerchiato da tutta la famiglia Cosini che lo Zeno sveviano ha portato alla luce. Tutti sembrano ricercare quel rapporto operoso con la realtà che li circonda con l’ironia di chi è consapevole di essere arrivato ad un vicolo cieco. “Nessuna idea, nessun pensiero e vada come vada” sembra il motto del commissario reggino. Mentre lui e i suoi amici ridono sui problemi, noi vogliamo continuare a porli con la sfacciataggine di chi ancora crede che un mondo migliore sia possibile e di chi ormai libero da quell’etichetta scomoda chiamata “GD-PD” vuole continuare a lavorare con i ragazzi in maniera seria e caparbia. Seria, commissario Demaria, per noi vuol dire incentivare i ragazzi al ragionamento, affiancarli nelle difficoltà, stimolare in loro le passioni che possano far emergere i temi, cercare il confronto con loro e anche farli sbagliare a volte. Ma questo forse è chiedere troppo ad una classe dirigente che è diventata tale di certo non per meriti elettorali e per il rapporto con la gente. Quella teoria gramsciana che affermava la costruzione dei costruttori voi l’avete relegata in fondo ai vostri pensieri, ammesso che la conosciate. A tutti voi, ed alla vostra inettitudine naturale, noi saremo capaci di contrapporre le nostre idee, perché da oggi in poi non potrete più commissariarci e per voi sarà dura la battaglia. Un’intera generazione che io con un folto gruppo di ragazzi vogliamo rappresentare sarà colei che con il bene della gente e con il loro consenso sapranno mettere voi e tutto un mondo antico e marcio in soffitta.
Massimiliano Tramontana
Segretario provinciale commissariato GD-Reggio Calabria