Brancaleone, Bruzzano e Staiti: l’esigenza dell’unificazione affonda le sue radici nel tempo

Brancaleone (Reggio Calabria). La lungimiranza degli amministratori comunali di Staiti, Bruzzano e Brancaleone di aggregare i tre enti sotto lo stesso tetto è testimoniata da una delibera adottata nell’anno 1873. Il che significa  che  quasi un secolo  e mezzo fa era già sentita l’esigenza di dare vita ad un’unica città per una migliore qualità di vita e di servizi. Queste fonti storiche sono contenute in un documento della Sotto Prefettura del Regno d’Italia del Circondario di Gerace scoperto dal geometra Fortunato Frittolini di Brancaleone presso l’Archivio di Stato di Reggio Calabria. Il documento è datato 29 maggio 1877 e recita così:” Ill.mo Prefetto della Provincia, in seguito alla deliberazione presa dai Consigli Comunali di Staiti, Bruzzano e Brancaleone di fondersi in un sol Comune di nome Sperlonga Nuova, con sede nel fondo demaniale di Staiti, alla marina, detto Zelante, quest’ultimo Comune presentò al Re per essere autorizzato ad alienare parte di quel fondo occorrente per la nuova costruzione. Questa domanda – prosegue il documento prefettizio – compilata e corredata nei modi prescritti, fu trasmessa alla S.V Ill.ma con foglio 12 febbraio 1873 al n. 922”. Nel documento si fa riferimento anche al Piano regolatore edilizio per la nascita della nuova città. Alla luce dei fatti, considerato che molti piccoli Comuni entrano in “sofferenza” per mancanza di fondi e data la scarsa densità demografica, c’è da dare ragione a quegli amministratori che hanno preconizzato con molto anticipo la situazione attuale. Gli amministratori dei tre Comuni avevano proposto l’aggregazione dei rispettivi territori con l’intento di creare l’antica città di Sperlonga così come lo Strabone ( geografo greco antico) aveva tramandato nei suoi scritti che estende i suoi confini da Staiti fino alla vallata della frazione Fischia del Comune di Brancaleone. Questa unificazione serviva a dare maggiore impulso al commercio, all’agricoltura, alla pesca e a tutte quelle attività artigianali che rappresentavano, all’epoca, il volano   e la cinghia di trasmissione per l’economia locale. Non solo. La ferrovia di Brancaleone (inaugurata nel 1866 da Elisabetta Terminelli, figlia di Giuseppe, primo sindaco dopo  l’Unità d’Italia) aveva rafforzato il convincimento che l’aggregazione sarebbe stata foriera di nuovi traguardi e benessere economico per le popolazioni interessate. Infatti, i tre Comuni, così come sono strutturati, saranno destinati a scomparire nel tempo, data la scarsa natività e la forte emigrazione che spinge i giovani a trovare lavoro al Nord Italia. Il federalismo fiscale che bussa alle porte sarà, con ogni probabilità, il grimaldello che darà il colpo di grazia per la loro sopravvivenza.  Per favorire l’unificazione dei Comuni sottodimensionati esiste una legge dello Stato (agosto 2010) che obbliga gli stessi, con una popolazione al di sotto dei 5000 abitanti, di unificarsi tra di loro. L’unione, senza ombra di dubbio, migliorerebbe la gestione dei servizi (polizia municipale, uffici tecnici e di ragioneria, servizi a domanda individuale, infrastrutture, assetto del territorio ecc.) e darebbe la possibilità di ottenere maggiori entrate ai sensi delle leggi regionali sugli enti locali. E’ un’idea che potrebbe essere presa in considerazione dai Comuni interessati, magari promuovendo incontri e dibattiti pubblici con le popolazioni interessate. Lamezia Terme insegna.

Agostino Belcastro

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