Regione. Imbalzano e Nucera: “Necessaria una legge sull’infanzia adeguata alle esigenze di una società moderna”

Reggio Calabria. “Negli ultimi decenni si è assistito ad una crescente attenzione per le politiche per l’infanzia da parte dell’opinione pubblica, dei mass-media, degli esperti e degli studiosi delle politiche sociali e conseguentemente un maggiore interesse da parte delle amministrazioni pubbliche e della politica in genere”. E’ quanto hanno dichiarato congiuntamente i consiglieri Candeloro Imbalzano (Scopelliti presidente)  ed il segretario-questore del Consiglio regionale, Giovanni Nucera (PdL), cofirmatari del testo di legge che disciplina i servizi socio-educativi per la prima infanzia, approvato oggi dalla terza Commissione. “L’attenzione per questo tema è riconducibile alle trasformazioni socio-economiche e culturali alle quali stiamo assistendo – dicono Imbalzano e Nucera –  in particolare al maggiore impegno delle donne nel mercato del lavoro, al diffondersi di diverse configurazioni familiari e alla conseguente necessità di esternalizzare servizi di cura prima gestiti all’interno della famiglia, ma anche ad un crescente consenso intorno all’idea che sia positivo per i bambini iniziare a frequentare strutture collettive già prima della scuola d’infanzia. Nella Regione Calabria, l’ultima e anche unica legge che regolamenta l’istituzione dei servizi per l’infanzia risale al 27 agosto 1973 (la n. 12, disciplina degli asili nidi), che risulta ormai obsoleta e non rispondente alle esigenze di una società moderna. E’ nata così la necessità di regolamentare e disciplinare il funzionamento dei servizi per la prima infanzia secondo il principio di un’offerta diversificata di servizi e di soggetti erogatori, che tende al miglioramento continuo in un quadro di regole di raccordo pubblico/privato per la gestione. In particolare – sottolineano Imbalzano e Nucera – l’iniziativa è frutto di una proficua concertazione con la Federazione delle Scuole Materne (FISM), il cui ruolo è cresciuto enormemente in questi anni, nonostante il modesto apporto delle istituzioni pubbliche. Questa proposta di legge, quindi, disciplina un sistema di servizi socio-educativi per la prima infanzia secondo principi innovativi che consentano di raggiunge l’obiettivo di una più proficua sinergia tra il settore pubblico e il settore privato, oggi più che mai necessario. Coerentemente con quanto promosso in tema di moderne linee di intervento nel sociale dalla Legge Regionale 5 dicembre 2003 numero 23 – concludo i due consiglieri regionali – il principale ruolo attivatore di servizi è svolto da attori non istituzionali e organizzazioni non lucrative di utilità sociale, soggetti privati, organismi della cooperazione, associazioni ed enti di promozione sociale, fondazioni e organizzazioni di volontariato, quasi sempre in stretta sinergia con soggetti pubblici”.

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