Palermo. Unesco, Missineo: “Comitato di saggi per itinerario arabo-normanno”

Palermo. “Dovranno essere eminenti personalità del mondo culturale, tecnico e scientifico ad elaborare i programmi di ricerca, studio e formazione per supportare la Regione nell’iter di iscrizione dell’itinerario arabo-normanno nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco”. L’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, Sebastiano Missineo, nei giorni scorsi ha inviato una lettera al presidente dell’Ars, Francesco Cascio; al cardinale di Palermo, Paolo Romeo; ai vescovi di Cefalù e di Monreale, Vincenzo Manzella e Salvatore di Cristina, e all’Eparca di Piana degli Albanesi, Sotir Ferrara, per chiedere di integrare il “comitato di saggi” a sostegno dell’inserimento dell’itinerario arabo-normanno nella World Heritage List dell’Unesco. Infatti l’insediamento del gruppo di lavoro che dovrà supportare la candidatura siciliana è previsto per mercoledì prossimo, 26 gennaio alle 17, nel corso di una riunione alla sala Rossa dell’Assemblea Regionale Siciliana. L’iniziativa è promossa dall’Istituto Italiano Fernando Santi, in collaborazione con l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana e con la Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana. L’itinerario arabo-normanno comprende il duomo di Cefalù e di Monreale, Palazzo dei Normanni di Palermo, la Cappella Palatina, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, di Santa Maria dell’Ammiraglio, di San Cataldo, la Cattedrale di Palermo, la Zisa e la Cuba. “L’Italia con 41 siti – continua Missineo – è la nazione che vanta il più alto numero di beni culturali iscritti nel patrimonio dell’Unesco. In Sicilia ne sono stati inclusi ben 5 e ci auguriamo che anche l’itinerario arabo-normanno della provincia di Palermo possa ricevere la giusta valorizzazione sia nel contesto nazionale che in quello internazionale. Da questo punto di vista il riconoscimento dell’Unesco rappresenterebbe un’altra eccellenza per una terra unica nel suo genere che può lanciare un ponte virtuale tra l’Europa e i paesi del bacino del Mediterraneo. Ma oltre al dialogo interculturale e religioso – ha concluso l’assessore – che verrebbe rilanciato attraverso questa scelta, è anche importante sottolineare che aumenterebbero i flussi turistici e la ricaduta economica, così come è accaduto nelle altre aree del mondo tutelate dall’Unesco”.

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