Porto di Gioia Tauro. Presentati dall’Api due emendamenti al decreto milleproroghe

Reggio Calabria. «Mentre una parte assai consistente della classe dirigente di questa regione e del Paese non riesce a formulare proposte serie e concrete, Alleanza per l’Italia è il primo partito a lanciare una sfida e ad indicare una via d’uscita dalla grave crisi che attanaglia il porto di Gioia Tauro». Ad affermarlo è il segretario dell’API della provincia di Reggio Calabria, Sergio Laganà, che annuncia la presentazione di due emendamenti al cosiddetto “decreto milleproroghe” che in questo momento è all’esame della prima e della quinta commissione a Palazzo Madama. «Le due nuove proposte normative hanno come primo firmatario il senatore Franco Bruno, segretario regionale calabrese di Alleanza per l’Italia. Esse riguardano in particolare – spiega il massimo rappresentante reggino del partito di Rutelli – la prosecuzione della possibilità di abbattere le tasse d’ancoraggio ma non più a carico del bilancio delle autorità portuali, nonché la fiscalizzazione degli oneri sociali dei lavoratori nei porti di trashipment”. Proprio Sergio Laganà, nei giorni scorsi, era più volte intervenuto sul tema del porto, indicando – tra gli altri – questi provvedimenti come i più idonei a consolidare la necessaria e maggiore competitività dello scalo calabrese nello scenario del Mediterraneo e, quindi, a generare nuova produttività e lavoro. “È chiaro – aggiunge il segretario reggino dell’API – che dopo tanto parlare, tante visite e passerelle, tutti sono adesso chiamati alla prova dei fatti e dei loro comportamenti politici. Fino a questo momento, in molti hanno “messo la firma” sulla problematica di Gioia Tauro solo con promesse e dichiarazioni a mezzo stampa. Come se su questo tema fosse sufficiente lavarsi pilatescamente le mani per sentirsi con la coscienza a posto. Ma questo non vuol dire avere a cuore il futuro del porto, al quale oggi sono legati in maniera indissolubile il futuro stesso della Calabria e buona parte delle ipotesi di sviluppo di questo territorio”. Nasce così la sfida alle altre forze politiche, che viene mossa sul campo del concreto agire della politica istituzionale. Dice ancora Laganà: «Adesso vedremo chi vuol davvero aiutare Gioia Tauro e chi, invece, spera che sia sufficiente continuare a fare ricorso ai più obsoleti cliché della politica parolaia. I lavori parlamentari ci diranno la verità. API ha presentato gli emendamenti sull’abbattimento delle tasse d’ancoraggio e sulla fiscalizzazione degli oneri sociali per ridurre notevolmente il costo del lavoro: a questo punto tutti i parlamentari, a partire dai senatori calabresi, sono invitati ad appoggiare con il voto le proposte emendative, che sono assolutamente necessarie per la sopravvivenza e lo sviluppo del porto». «Da parte nostra non c’è alcun intento di condurre un’inutile lotta di parte – conclude Laganà -. A tutt’oggi non risultano presentate altre proposte sugli stessi argomenti, neanche dal Governo. Ma, ove vi fossero, come ha dichiarato il senatore Franco Bruno, saremmo disponibili a convergere su un testo unitario. Noi non vogliamo fare propaganda, ma intendiamo solo contribuire in positivo al miglioramento delle condizioni economiche e fiscali per attrarre investimenti su questa parte della Calabria. Speriamo che qualcuno abbia il coraggio di raccogliere il guanto di sfida per il bene della nostra comunità”.

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