Palermo. Un anno a difesa del patrimonio culturale: il bilancio 2010 dei Carabinieri del TPC

Palermo. Anche quest’anno i Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia hanno presentato il consuntivo relativo alle attività preventive e repressive in difesa del patrimonio culturale siciliano. I dati provengono dalla Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, costantemente alimentata dai Carabinieri del T.P.C. e che, oggi, è la più grande memoria informatica del mondo per la tematica oggetto di tutela. I numeri relativi alle attività delinquenziali in danno dei beni culturali dell’isola, rapportati a quelli dello stesso periodo del 2009, sono i seguenti:

Furti: 44 (nel 2009 51), di seguito suddivisi in dettaglio:

Furti divisi per provincia: Agrigento –1 (nel 2009 8) ; Caltannisetta – 2 (nel 2009 0); Catania – 9(nel 2009 13); Enna – 0 (nel 2009 2); Messina – 3 (nel 2009 7); Palermo – 17 (nel 2009 8); Ragusa – 2 (nel 2009 0); Siracusa – 4 (nel 2009 2); Trapani – 4 (nel 2009 6).

La statistica mostra un calo dei furti di opere d’arte, in parte spiegabile anche attraverso l’intensificarsi delle attività di controllo al mercato, sia quello di tipo tradizionale, esercizi commerciali, fiere e mercatini, sia al nuovo mercato telematico, siti web ecc.

Nell’ambito dell’attività preventiva i militari del Nucleo hanno portato a termine 683 (nel 2009 484) controlli ed ispezioni, in tutte le province siciliane, di seguito suddivisi in dettaglio:

elevando 17 sanzioni amministrative per inosservanza degli obblighi previsti a carico dei commercianti. Altro dato importante è il calo dei furti ai danni di chiese ed enti religiosi, ciò è stato determinato anche da un maggior controllo, in sinergia con l’Arma territoriale, attuato dalle varie diocesi siciliane che hanno migliorato i sistemi di sicurezza e di allarme ed avviato la completa catalogazione informatica dei beni chiesastici.

I beni culturali recuperati nel 2010 sono di seguito suddivisi in dettaglio:

per un totale di 3.529 oggetti del Patrimonio Culturale, quantificabili in un valore commerciale di 2.275.500,00 euro  (nel 2009 901.700,00 euro) che nel corso del 2010 sono stati restituiti, attraverso musei, chiese, soprintendenze, alla fruizione della collettività e dei privati. Il dato numerico relativo ai reperti archeologici recuperati è sintomatico di una situazione endemica di saccheggio dei siti archeologici siciliani, da parte di tombaroli, che difficilmente può avere riscontro attraverso le segnalazioni e le denunce di simili tipologie di reato (scavo clandestino). Le segnalazioni di scavo clandestino nei siti archeologici siciliani, pervenute al Nucleo CC TPC da tutte le soprintendenze dell’isola, relativamente al 2010, sono state 15 a fronte delle 25 del 2009. Tra le attività di carattere repressivo più significative che hanno visto impegnati i Carabinieri vi sono state quelle relative al recupero di 930 reperti archeologici ad Agrigento in data 23 aprile 2010 e al recupero di 124 oggetti chiesastici a Messina in data 07 dicembre 2010, entrambe presso abitazioni private.

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