Catanzaro. La FILT-CGIL della Calabria, a tanti anni dall’attivazione della Legge Obiettivo, specificatamente guardando all’ammodernamento della SA-RC, ritiene utile avviare una profonda e seria disamina sui risultati raggiunti per dare un senso nuovo e concreto alle verifiche successive. La CGIL mantiene la sua posizione critica aumentando il livello di attenzione nei confronti di una Legge che, presentata come il toccasana rispetto alla costruzione di opere pubbliche, anche per i caratteri di svincolo dalle normative generali, di fatto ricalca il solito cliché (ritardo sulle opere, una lievitazione non determinabile dei costi), “a parer nostro” ancora maggiori nella fase di verifica finale delle opere stesse; a tal riguardo l’esempio dell’Alta Velocità ferroviaria è davvero illuminante. Per questo motivo, questa nostra prima impostazione di analisi parte proprio dalla necessaria autocritica che coinvolge tutti i soggetti interessati includendo anche questo sindacato così da far tesoro degli errori per evitare il loro perpetuarsi con l’alibi della “metodologia sperimentale”e partendo dalla consapevolezza che la normativa di riferimento alla Legge Obiettivo non è stata mai definita. Il viaggio nei meandri dei modi di esecuzione delle opere pubbliche ci ha evidenziato in modo inoppugnabile il rapporto, giuridicamente squilibrato, tra L’Ente appaltante e la figura ingombrante del Contraente Generale. A noi pare evidente che, partendo da due obiettivi differenti, da una parte l’opera e la sua qualità e dall’altra l’interesse degli imprenditori, si dovrebbe avere l’ambizione di avvicinare sempre di più le posizioni sopratutto quando si va verso le conclusioni dei lavori; purtroppo la realtà ci indica una divaricazione sempre più ampia e sbilanciata in modo abnorme a favore degli imprenditori. Nella realtà della SA-RC, i primi riscontri delle attività investigative della magistratura sono la dimostrazione di come, anche grandi gruppi imprenditoriali, siano assoggettati alle tante mafie non operando perché la legalità venga rispettata senza scrupolo alcuno. Speriamo di sbagliare nel formulare una domanda: ci sono altre vie di recupero economico? Non mettiamo in discussione il legittimo rendiconto dell’imprenditore, ma pensiamo che sia eticamente indispensabile che l’impresa raggiunga i suoi obiettivi economici rispettando le norme che sono a tutela della qualità delle opere e dunque della vita delle persone. Allo stesso tempo conosciamo bene le difficoltà insite nel rapporto tra gli interessi degli imprenditori e quelli dei lavoratori. Proprio per questo dobbiamo spingere le iniziative per trovare luoghi dove poter esercitare effettivamente una corretta mediazione fra le parti. Come sindacato abbiamo sempre evidenziato e lo facciamo anche in quest’occasione, la necessità che gli organi preposti al controllo, siano indirizzati verso un’efficienza che consenta di esercitare tutte le forme di verifiche incrociate volute dalle leggi che regolano la materia. Le carenze che abbiamo evidenziato rispetto questa specifica legislazione di appalto e la relativa mancanza delle norme di attuazione, non possono trovare solo ascolto sui mass-media o presso la magistratura, ma si devono creare le condizioni aggreganti e tutte le sinergie in grado di coniugare correttamente i vari interessi. Per essere più diretti, vogliamo anche affermare che l’ANAS ha e sta affrontando questa sfida dell’ammodernamento dell’A3 non avendo a disposizione gli adeguati contrappesi e i risultati che si riescono ad ottenere sono il frutto delle capacità umane e professionali dei dipendenti diretti e indiretti coinvolti nella realizzazione dell’opera. Il nostro ambizioso progetto attuale è quello di poter utilizzare tutte le esperienze consolidate sull’A3, compresi, limiti ed errori e tentare di impostare un modello valido per l’intero agglomerato delle opere pubbliche. Ecco perché insistiamo nel richiedere una sede d’incontro dove tutti i soggetti interessati si possano incontrare contemporaneamente e in quella sede assumersi le rispettive responsabilità. Chiediamo formalmente, per la SA-RC, al presidente dell’Anas un incontro per tracciare un percorso che dal doveroso esame dell’oggi possa rivolgersi al futuro e alle altre realtà, per esempio al Ponte, nel caso si dovesse costruire. Vogliamo dire al presidente Ciucci che, l’Ente appaltante ha il dovere di attrezzarsi nel difficile compito che ha con gli interlocutori.Alta sorveglianza vuole dire avere risorse umane e attrezzature adeguate. Completare le opere è un obiettivo fondamentale, ma non bisogna dimenticare che la necessità “del doverle fare ad ogni costo” non può far dimenticare i presupposti minimi di controllo. Siamo consapevoli che tutti abbiamo fatto degli errori, proviamo a ripartire da ciò e per farlo dobbiamo avere la voglia del confronto, tutto il resto non serve. La FILT-CGIL ritiene che la fonte di ogni progetto che riguarda il territorio calabrese e l’intero territorio nazionale, sia la capacità di mettere in campo tutte le forze che vogliono realizzare obiettivi di rapido cambiamento, attraverso una forte e complessiva democrazia, unificante per l’ intero nostro Paese.
FILT CGIL-CALABRIA
PINO DE FELICE
FRANCESCO FAZZOLARI