Capo d’Orlando. Donna arrestata per gravi maltrattamenti in famiglia

Capo d’Orlando (Messina). L’operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello, scattata nel tardo pomeriggio odierno, trae origine da alcuni episodi delittuosi, particolarmente gravi, verificatisi sia durante i periodi passati che tutto l’arco dell’anno appena trascorso.
L’intensa attività investigativa, cui hanno fornito un prezioso apporto gli assistenti sociali del comune paladino, ha permesso di gettare finalmente luce su una turpe storia di violenza, protrattasi per anni fra le mura domestiche di una famiglia del centro della costa saracena, in cui tre giovani donne, di cui una gravemente disabile, venivano ripetutamente costrette, senza nessuna apparente ragione, a subire le continue angherie della propria madre.
E’ così finita in manette ed associata al carcere di Messina una 57enne, per aver costretto la figlia, colpita da ritardo cognitivo definito di grado medio – grave, a subire continue violenze fisiche e psicologiche, come botte, ingiurie, minacce e vessazioni. Alla donna è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti, che ha concordato con le risultanze investigative recapitategli dall’Ufficio di Procura.
Nel dettaglio, l’attività dei militari dell’Arma trae origine da una richiesta di aiuto proveniente dalla vittima, costretta alle continue angherie e violenze intrafamiliari che, ormai giunta al limite della sopportazione, si affidava così alle Forze dell’Ordine confidando nel loro fattivo intervento per risolverle il grave problema. Ne è scaturito, pertanto, un lavoro di attenta indagine e analisi da parte dei militari dei Carabinieri della Stazione di Capo d’Orlando, che ha permesso di raccogliere numerosi e gravi indizi di colpevolezza a carico della madre, accusata di avere, in numerose occasioni, malmenato la figlia disabile destinandola anche al suo servizio, sia per la pulizia della casa che per la sua assistenza personale, impedendole, inoltre, di poter vedere ed incontrare le sorelle. Indizi che, peraltro, già convincevano il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Patti, Dott.ssa Casabona, ad avviare l’inchiesta iniziata con la prima denuncia presentata da una delle sorella della disabile.

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