‘Ndrangheta. Le Procure tornano ad affilare le armi sull’acquisizione dei beni confiscati

Reggio Calabria. Ore 16, il Procuratore generale della Repubblica Salvatore Di Landro annuncia alla stampa il riesame e il rinnovo del protocollo d’intesa, siglato nel gennaio 2006, relativo alla procedura sull’acquisizione dei beni confiscati ai mafiosi (art.12 sexies L.356/92.) tra la Procura generale di Reggio Calabria, le Procure delle Repubblica di Reggio, Locri e Palmi e la Procura Nazionale Antimafia.
Il riesame andrà ad analizzare l’operato di questi ultimi cinque anni e proporrà nuove metodiche sul piano normativo.
Questo è il terzo step di un lungo e fruttuoso percorso cominciato nel 2000, quando il dott. Di Landro era allora facente funzione e il procuratore Fulvio Rizzo propose di ridare vita a questa normativa, già esistente, ma sopita e che Di Landro da sempre reputa fondamentale per la lotta alla ‘ndrangheta, poiché «snellisce parecchio le procedure per il sequestro e la confisca dei beni».
Di questa iniziativa la procura di Reggio Calabria quindi vanta la primogenitura, il dottor Di Landro lo ricorda orgogliosamente ed è molto fiero che gli altri distretti abbiano seguito l’esempio di Reggio, la cui procura viene continuamente consultata in materia.
Naturalmente Di Landro, dopo aver definito il bilancio nella guerra alla ‘ndrangheta molto positivo, indica quanto il cammino sia ancora difficoltoso e lungo e quali saranno i problemi che maggiormente dovranno essere affrontati nel rinnovo del protocollo: quelli di collegamento tra le varie procure e quelli di collegamento tra i vari momenti processuali.
La redazione del nuovo protocollo, ci tiene a precisare Di Landro, sarà assolutamente riservata, l’incontro di oggi con la stampa è servito a comunicare alla cittadinanza in che modo la Procura di Reggio Calabria si stia muovendo nella lotta alla ‘ndrangheta.

Raffaele Putortì

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