Palermo. “Mi preme sottolineare, quanto alla vicenda ormai nota del rigassificatore di Priolo, che dal mio insediamento è stato avviato un positivo confronto con i responsabili della società per risolvere aspetti problematici di varia natura, sui quali si era ritenuto già in precedenza di acquisire i pareri dell’Avvocatura Distrettuale e Generale dello Stato. Allo stato dell’arte molti di tali aspetti sono stati chiariti e risolti, mentre su altri si sta curando un sollecito approfondimento, in accordo con la Società, che anzi ha manifestato il proprio apprezzamento per l’impulso conferito alla procedura, confermando il proprio interesse alla realizzazione dell’opera”. Lo ha precisato l’assessore all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità, Giosuè Marino, dopo l’intervista del ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo, resa oggi al quotidiano “La Sicilia” in cui, con termini molto duri, esprime pesanti giudizi sull’azione del governo della Regione siciliana nel settore dell’energia e dei rifiuti. “Vale la pena osservare che la realizzazione dell’impianto – spiega Marino – è subordinata alla attivazione di interventi, già individuati in sede di Conferenza di Servizi, destinati a garantire la sicurezza e la compatibilità ambientale dell’impianto stesso”. “Sotto quest’ultimo aspetto – prosegue – non si può non rilevare che proprio la circostanza che l’area industriale sulla quale l’impianto dovrà essere realizzato sia contraddistinta da un alto indice di degrado non può giustificare atteggiamenti di trascuratezza e sottovalutazione degli aspetti ambientali e di sicurezza. In questa direzione sono stati avviati processi di recupero e bonifica, peraltro condivisi a livello centrale”. “Quanto allo scarabocchio, quale è definito il piano a suo tempo trasmesso alla Protezione civile nazionale per l’intesa, vale la pena evidenziare – continua l’assessore all’Energia – che quella stesura è stata trasmessa a ridosso dei termini previsti per l’invio dall’ordinanza del presidente del Consiglio per acquisire una prima condivisione sulla strategia di fondo del piano di gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia. In ordine alla quale non è mancato, tra l’altro, l’apprezzamento di Confindustria e delle associazioni ambientaliste”. “Tant’è che – ha puntualizzato l’ex prefetto – verificata detta condivisione del Dipartimento nazionale della Protezione civile, si è redatta la versione esecutiva ed operativa di quel documento, che in tempi assai ristretti sarà inviato allo stesso Dipartimento per acquisirne l’intesa e quindi trasmesso al ministro dell’Ambiente per l’approvazione”. “Quanto poi alle procedure di infrazione comunitaria avviate nei confronti della Regione – ha continuato Marino – si sta lavorando per porre rimedio ai ritardi registrati nella realizzazione delle opere per la depurazione delle acque, definendo d’intesa con il soggetto attuatore nominato dal ministro dell’Ambiente, gli interventi da sviluppare tempestivamente per superare le osservazioni dell’Unione europea, nonché il relativo piano finanziario, ben più corposo di quello citato nell’articolo”. “Infine, preme considerare – ha aggiunto l’assessore – che l’obiettivo e il principio ispiratore dell’azione avviata è quello di coniugare la doverosa attività di sostegno al settore produttivo, per l’evidente ricaduta positiva anche sull’occupazione locale e per il rilancio dell’economia in un momento di pesante congiuntura negativa, con l’esigenza imprescindibile di garantire trasparenza e scongiurare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata in settori cruciali, quali rifiuti ed energia”. “Si tratta di settori che sono al centro degli interessi delle organizzazioni mafiose – ha spiegato l’ex prefetto – come testimoniato dalle numerosissime indagini giudiziarie ed evidenziato dalla Commissione parlamentare antimafia e, analiticamente, dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”. “Nessuna disattenzione, dunque, nei confronti dei settori produttivi – ha concluso Marino – ma un impegno quotidiano, forte e faticoso per portare avanti una strategia di rilancio dell’economia siciliana sana, con il concorso di quanti credono che questo rinnovamento possa veramente realizzarsi”.
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