Messina. Dalle prime ore di questa notte, 9 febbraio 2011, la Squadra Mobile della Questura di Messina sta eseguendo, in questo centro ed in diverse città del territorio nazionale, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale nei confronti di quaranta persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sequestro di persona ed altro.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, furono avviate nell’autunno del 2007 quale sviluppo di un ordinario controllo di polizia effettuato a carico di alcune prostitute romene, nell’ambito di servizi volti al contrasto della prostituzione.
In particolare, l’attività d’indagine ha permesso di far luce su una vasta organizzazione criminale composta da soggetti, per lo più di nazionalità romena, ma anche italiana, dedita prevalentemente allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne di nazionalità romena, inizialmente costituenti una unica organizzazione, che tuttavia nel tempo aveva dato origine a più consorterie criminali.
L’attività illecita, posta in essere in via continuativa, si caratterizzava per la molteplicità dei reati commessi dai rispettivi sodalizi. I componenti, pur di raggiungere il fine illecito e di incassare elevati guadagni, costringevano le donne a prostituirsi, limitando la loro libertà personale, segregandole in casa ed esercitando su di esse un ossessivo condizionamento psicologico, minacciandole di procurare del male alle rispettive famiglie rimaste in Romania, picchiandole violentemente ogni qualvolta le stesse si ribellavano.
L’originaria associazione criminale, successivamente scissasi in tre organizzazioni, si contraddistingueva per avere tutti gli elementi di una vera e propria struttura imprenditoriale, con messa in campo non solo di manovalanza, ma anche con la predisposizione di una rete organizzativa articolata e complessa che prevedeva l’allestimento di mezzi e risorse logistiche.
Il provvedimento cautelare del G.I.P. presso il Tribunale di Messina prevede per trentatré persone la custodia cautelare in carcere, per altre sei la misura cautelare degli arresti domiciliari e per una l’obbligo di dimora.
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