Omicidio Salvatore Cordì: questa mattina il sostituto procuratore generale Danilo Riva ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria che Antonio Cataldo, 55 anni, venga condannato a 30 anni di carcere. Cataldo fu condannato in primo grado, con la formula del rito abbreviato, nel giugno 2009 dal gup Tommasina Cutroneo. Antonio Cataldo, soprannominato “Papuzzedda” è ritenuto, dalla pubblica accusa, il presunto mandante del delitto di Salvatore Cordì, detto “U cinisi”, avvenuto il 31 maggio del 2005 a Siderno nell’ambito della faida che vedeva contrapposte, fin dalla fine degli anni Sessanta, le due famiglie mafiose dei Cataldo e dei Cordì. L’omicidio di Salvatore Cordì, stando all’impianto accusatorio, sarebbe stata la “risposta” all’agguato in cui perse la vita Giuseppe Cataldo, classe 1969, avvenuto nel marzo 2005. Cataldo, secondo quanto appurato in primo grado, e secondo la tesi del sostituto procuratore generale, sarebbe il mandante dell’omicidio de “U cinisi”. Nelle indagini relative all’omicidio, condotte dalla Polizia di Stato, vennero coinvolti anche Domenico Zucco, Michele Curciarello, Antonio Martino, tra loro cugini, e Antonio Panetta. Zucco fu assolto dalla corte d’Assise di Locri il 26 dicembre 2010, dall’accusa di aver partecipato all’organizzazione e all’azione esecutiva, in qualità di segnalatore, dell’omicidio di Cordì. Per quanto riguarda invece Michele Curciarello e Antonio Martino i presunti esecutori materiali, e Antonio Panetta, il presunto organizzatore, è in corso il processo di primo grado dinnanzi alla Corde d‘Assise di Locri. Se la pubblica accusa ha chiesto che ad Antonio Cataldo venga confermata la condanna inflitta in primo grado, la difesa di contro ha ribadito la richiesta di assoluzione. La sentenza è attesa a breve.
a.p.