Regione. Interrogazione dei capigruppo d’opposizione sulla “quota sociale” alle strutture socio-sanitarie

Reggio Calabria. I capigruppo di Italia dei Valori, Emilio De Masi, del Pd, Sandro Principe, di Autonomie e Diritti, Vincenzo Ciconte, e della Federazione della Sinistra, Antonino De Gaetano, hanno presentato una interrogazione a risposta immediata in ordine alla mancata erogazione della cosiddetta “quota sociale” alle strutture socio-sanitarie convenzionate con la Regione Calabria. Gli interroganti chiedono di sapere “quali sono le ragioni giuridiche e sociali per cui la Regione Calabria non ha ancora provveduto ad oggi ad erogare le competenze spettanti” e se, “al fine di evitare che molti lavoratori rischino il posto di lavoro e migliaia di utenti vedano limitato il proprio diritto ad essere curati, la Regione intenda provvedere all’erogazione di una somma a titolo d’acconto, soprattutto in favore di quelle strutture socio-sanitarie ulteriormente danneggiate dalle inadempienze delle A.S.P. competenti per territorio”. De Masi, Principe, Ciconte, e  De Gaetano, chiedono inoltre “quali iniziative intenda adottare la Regione per ovviare definitivamente alla grave problematica in argomento”. “Ci  preme ricordare – scrivono i capigruppo nell’interrogazione –  che le suddette strutture devono essere in possesso di rigidi requisiti di tipo organizzativo, strutturale e tecnologico richiesti dalla Regione Calabria per poter usufruire di una retta giornaliera per ospite, così come fissata in apposite convenzioni e questa retta viene coperta per il 50% dalle A.S.P. di competenza e per il restante 50% dall’ospite e il 50% della retta spettante all’ospite viene integrata dai Servizi Sociali della Regione in misura proporzionale al reddito percepito”. “Fino a febbraio 2010 – ricordano – l’erogazione di questa quota sociale integrativa era di competenza dell’assessorato alle Politiche Sociali, così come previsto dalla Legge Regionale n.22 del 5 ottobre 2007 e ai sensi dell’art 32 della Legge Regionale n.8 del 26 febbraio 2010, la Regione Calabria ha disposto che “gli oneri per le strutture socio-sanitarie, a partire dall’anno corrente (2010), sono interamente a carico del fondo sanitario regionale”, senza però trasferire le risorse economiche necessarie per garantire il pagamento delle rette”. Gli interroganti sottolineano che “dall’entrata in vigore della sullodata Legge Regionale n.8/2010 nessuna A.S.P. calabrese ha ritenuto di dover pagare la quota sociale, adducendo come motivazione la mancanza di fondi necessari per coprire l’aumento di spesa”. “Quello che denunciamo – si legge nell’interrogazione –  è che nell’approvare il bilancio preventivo per l’anno 2011, l’assessorato preposto non ha fornito all’assessorato alle Politiche Sociali la necessaria copertura finanziaria da destinare alle cosiddette quote sociali e non essendoci la dovuta copertura finanziaria non sarà possibile firmare le relative convenzioni per il 2011, tra assessorato alle Politiche Sociali, A.S.P. e strutture accreditate.  Alla luce di quanto sopra esposto, molte strutture socio-sanitarie sono sull’orlo del fallimento e, di conseguenza, circa 4.000 addetti rischiano il posto di lavoro oltre che molte strutture socio-sanitarie non sono più in grado di fare fronte agli obblighi contrattuali (dipendenti, personale convenzionato, fornitori etc), con l’ulteriore effetto che migliaia di utenti non assistibili a domicilio potrebbero perdere il diritto ad essere curati”.

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