Omicidio Placido Dimasi. In appello un ergastolo e 22 anni per i due imputati

Reggio Calabria. La Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, Amodeo presidente e Greco a latere, ha condannato questa mattina alla pena dell’ergastolo Emanuel Morfei, di 30 anni, per l’omicidio di Placido Dimasi e il tentato omicidio del fratello Rosario, avvenuto il 14 settembre del 2008 a San Pietro di Caridà. L’altro imputato, Rocco Oppedisano è stato condannato a 22 anni di carcere. Per quest’ultimo la pena è stata alleggerita, in quanto la Corte ha riconosciuto le attenuanti generiche. Oppedisano e Morfei erano stati condannati dalla Corte d’Assise di Palmi entrambi a 30 anni di carcere. Accolto parzialmente quanto sostenuto lo scorso febbraio, dal sostituto procuratore generale Francesco Scuderi. Il sostituto Pg infatti aveva richiesto che i due venissero condannati all’ergastolo e che quindi venisse riconosciuta l’aggravante della premeditazione da parte dei due imputati. Richiesta accolta solo per quanto riguarda la posizione di Morfei che inoltre è stato condannato al pagamento delle ulteriori spese processuali ed è stato dichiarato decaduto dalla potestà dei genitori. Morfei ed Oppedisano inoltre dovranno risarcire le parti civili delle spese del presente grado di giudizio che ammontano a 3 mila euro.
L’omicidio di Placido Dimasi e il ferimento del fratello Rosario avvenne nel settembre 2008 in località Misimizzi di San Pietro di Caridà quando i due furono aggrediti da altri due soggetti armati di fucile caricato a pallettoni mentre viaggiavano su una Mercedes. I proiettili sparati in direzione dell’automobile colpirono alla testa il fratello maggiore, Placido, mentre Rosario rimase ferito ad un braccio. Le condizioni di Placido Dimasi, erano apparse gravi sin da subito, e l’uomo morì in ospedale dopo dieci giorni di coma. Emanuel Morfei, originario di Monsoreto di Dinami in provincia di Vibo Valentia, e il cugino Rocco Oppedisano di San Pietro di Caridà, furono arrestati dai poliziotti del Commissariato di Serra San Bruno. Il delitto sarebbe maturato negli ambienti della criminalità locale per vendetta e per il controllo del territorio a cavallo tra la provincia di Vibo e quella di Reggio Calabria.

Angela Panzera

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