Fermati dalla Squadra Mobile due fratelli per il tentato omicidio del rom 15enne

di Fabio Papalia
Reggio Calabria. “A sparare è stato Mimmo mentre Pino guidava”. Dal suo letto nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti è stato lo stesso giovane rom di 15 anni, vittima di un tentato omicidio commesso il 18 febbraio scorso, a indicare i propri mancati assassini agli investigatori della Squadra Mobile diretta da Renato Cortese. Il giovane ha accusato espressamente e senza alcuna incertezza i due, da lui conosciuti in precedenza, affermando di averli potuti riconoscere perché nel momento in cui gli si erano avvicinati portavano i caschi con la visiera sollevata. Risolto dunque il gravissimo fatto di sangue avvenuto a Ciccarello, quartiere alla periferia sud della città ad alta densità di famiglie di etnia rom. A finire in manette, sabato pomeriggio, raggiunti da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto firmato dal pm Gabriella Cama, due fratelli di 49 e 45 anni, rispettivamente Giuseppe Barbaro e Domenico Barbaro. Il giovane rom bersaglio dei due presunti sicari è già noto alle forze dell’ordine per innumerevoli precedenti per furto aggravato, ricettazione, danneggiamento e lesioni personali, reati per i quali è stato più volte tratto in arresto. Ed è proprio nel sottobosco della criminalità dedita ai reati cosiddetti predatori che, secondo gli inquirenti, va individuato il movente del tentato omicidio. Nella notte del 18 febbraio, intorno alle ore 4.40, il ragazzo è stato raggiunto da 4 colpi di pistola cal. 380 auto mentre si trovava nel cortile ubicato nei pressi del portone d’ingresso dello stabile ubicato al civico n° 8/G della via Ciccarello, non troppo distante dal luogo dove risiede. E’ stato grazie alle telecamere installate all’esterno di un esercizio commerciale, il caseificio “Delizie della Natura” di via Ciccarello, che gli investigatori della Sezione omicidi della Squadra Mobile, diretta dal vicequestore aggiunto Gianluca Rapisarda, hanno potuto ricostruire tutte le fasi immediatamente antecedenti e successive all’agguato. Quella notte, infatti, la Polizia fu avvisata intorno alle ore 5.15 dai sanitari del pronto soccorso, dove pochi minuti prima era giunto accompagnato dai genitori un giovane che presentava ferite d’arma da fuoco. Immediatamente inviato un equipaggio delle Volanti ai Riuniti, i poliziotti non hanno trovato però i genitori, che erano tornati a casa per recuperare il certificato di stato di famiglia, in quanto a loro dire non ricordavano la data di nascita del proprio figlio, e che logicamente era stata loro richiesta dai sanitari per compilare la scheda sanitaria. Pochi minuti dopo la Volante ha intercettato la Fiat Punto dei due genitori all’altezza della Diramazione Caprai di via Ciccarello, nei pressi dell’abitazione. Dal racconto dei due è emerso che intorno alle 5.00 di notte il figlio gli aveva comunicato che sarebbe uscito di casa per riempire delle bottiglie d’acqua in una fontana lì vicino, in quanto in casa mancava acqua da bere e in orario notturno era stata sospesa l’erogazione dell’acqua. Dopo alcuni minuti, mentre erano ancora a letto, i due genitori hanno sentito l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco, e considerato che il figlio non aveva ancora fatto ritorno il padre è uscito di casa e ha fatto alcuni giri nel quartiere a bordo della propria Fiat Punto. Non riuscendo a rintracciarlo, il padre ha spiegato di essere tornato a casa dopo alcuni minuti, dove dinanzi al portone del palazzo lo attendeva la convivente. Pochi istanti dopo è giunto a piedi il figlio, sanguinante in più parti del corpo. Quindi la corsa in ospedale a bordo della stessa Punto. Durante il tragitto, in un momento di lucidità, secondo il racconto dei genitori, il figlio ha raccontato di essere rimasto vittima di un agguato teso da due giovani a bordo di un grosso scooter e che indossavano caschi integrali di colore scuro, che gli avevano esploso contro alcuni colpi di pistola mentre si trovava all’interno di una villetta nei pressi della propria abitazione. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno così individuato il luogo dell’agguato, una villetta all’interno di un complesso di alloggi popolari nei pressi dei civici 6/F e 8/G di via Ciccarello. Il sopralluogo ha consentito alla Polizia Scientifica di rinvenire a un centinaio di metri dalla fontana 3 bossoli cal. 380 auto marca Gfl e 2 ogive deformate e tracce di sangue. Queste ultime, presenti lungo il marciapiede che costeggia lo stabile, per una distanza di circa 20 metri dal luogo del rinvenimento dei bossoli, lascia presumere che il giovane rom, ferito, abbia tentato di sfuggire all’agguato allontanandosi. La dinamica è stata poi corroborata dalle dichiarazioni di alcuni inquilini e, soprattutto, dalla visione del filmato registrato dalla telecamera di videosorveglianza dell’esercizio commerciale. In particolare, uno dei testimoni, ha raccontato di avere visto dalla propria finestra, subito dopo avere sentito l’esplosione dei 4 colpi di pistola, un giovane intento a sollevare un ciclomotore da terra, il quale dopo essere salito in sella si era allontanato in direzione del cancello d’ingresso del condominio. E proprio nel cortile antistante il portone d’ingresso del palazzo dove abita il giovane rom, gli agenti della Polizia hanno rinvenuto un ciclomotore Piaggio Liberty di colore azzurro, il quale presentava tracce di sangue all’altezza di entrambe le leve dei freni e sulla parte superiore del parabrezza. Ciclomotore che, dagli accertamenti espletati, è risultato di proprietà di un signore che l’aveva regalato alla propria nipote, la quale avvertita dalla Polizia ha poi sporto denuncia per furto. Ed è proprio per uno sgarro, per un furto in più commesso dove non doveva, che gli investigatori ritengono sia maturata la punizione.
Grande la soddisfazione del Questore Carmelo Casabona, che questa mattina ha annunciato la soluzione del caso nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, del capo della Mobile Renato Cortese, e del dirigente della omicidi, Gianluca Rapisarda. “Oggi – ha affermato il Questore – siamo convinti di avere assestato un colpo importante contro il fenomeno dei reati predatori”. Un clima di legittima soddisfazione, dopo i recenti furti ai danni di gioiellerie sul Corso Garibaldi. Ed anche su questo fronte il Questore ha annunciato a breve una risposta adeguata, con la rimodulazione del piano coordinato di controllo del territorio, che sarà stilato con la collaborazione del Prefetto e delle altre Forze di Polizia.

Exit mobile version